Raddoppiano i sequestri di cocaina, aumenta il consumo di crack in Italia e crescono le morti per oppiacei sintetici. È questo il quadro disegnato nell’ultima Relazione europea sulla droga, a cura dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. I dati mostrano che in Europa quasi quattro milioni di persone hanno fatto uso di cocaina nell’ultimo anno: 2,6 milioni hanno consumato Mdma (Ecstasy) e 1,7 milioni amfetamine. In Italia, anche se la cannabis resta la droga più utilizzata, il 1,7% della popolazione tra i 15 ed i 34 anni ha consumato cocaina. Nel nostro Paese, sono circa 70 mila le persone trattate nel 2017 per un problema di tossicodipendenza: il 41% per l’eroina, il 33% per la cocaina, il 22% per cannabis. Nello stesso periodo, 294 italiani sono morti per overdose.

Aumenta la cocaina sulla piazza
È sempre maggiore la disponibilità di cocaina in Europa, con i sequestri che nel 2017 hanno raggiunto livelli record: 140 tonnellate, circa il doppio del quantitativo sequestrato l’anno prima. Secondo le stime, nel 2017 circa 2,6 milioni di giovani adulti tra i 15 ed i 34 anni hanno utilizzato la cocaina. Un recente studio sui residui di droga nelle acque fognarie ha rivelato un aumento delle tracce di cocaina tra il 2017 ed il 2018 in diverse città di Belgio, Spagna, Olanda, e Regno Unito. La cocaina, si legge nel rapporto, “entra in Europa attraverso numerose rotte di traffico e con molti sistemi”, soprattutto “con i container movimentati dai grandi porti”. Poi, viene spacciata da singoli individui o piccoli gruppi utilizzando sempre più spesso i social media e mercati illeciti del dark web. Sono stati scoperti anche veri e propri call center, con corrieri che assicurano consegne rapide e flessibili, in una sorta di “Uber” del commercio di cocaina, che dimostra l’alto livello di competizione nel settore. I tossicodipendenti con necessità di trattamento per la cocaina sono aumentati del 37% tra il 2014 e il 2017. Secondo le stime sono 73 mila le persone in cura per questo problema.

Italia, Spagna e Regno Unito i paesi peggiori
“Quasi tre quarti (73%) di tutte le richieste di trattamento specialistico per dipendenza da cocaina in Europa sono riconducibili a Spagna, Italia e Regno Unito”. Il rapporto è chiaro, la cocaina viene indicata come droga primaria da circa 73mila tossicodipendenti attualmente in cura, di questi, 33mila sono entrati in trattamento per la prima volta. “Tra gli intervistati che hanno segnalato l’uso di cocaina”, continua il rapporto, “la percentuale che ne fa uso frequentemente (più di 50 giorni all’anno) è oltre il 10% in Italia, Belgio, Cipro, Francia e Lussemburgo”. Tra l’altro, gli utilizzatori più frequenti assumono quotidianamente quantità maggiori rispetto a quelli meno frequenti. Nel 2017, segnala il documento, “utilizzando i dati relativi al trattamento e alla giustizia penale, l’Italia ha stimato che lo 0,69% della popolazione adulta potrebbe essere classificato tra gli utilizzatori di cocaina ad alto rischio”.

In Italia cresce il consumo di crack
Nel nostro Paese si segnala in particolare un aumento nel consumo di crack. Cioè un derivato della cocaina che viene fumato anziché sniffato, provocando un’elevata dipendenza e pesanti effetti psicoattivi. Il rapporto segnala un aumento dei consumatori di questa sostanza anche Belgio, Irlanda, Francia, Portogallo e nel Regno Unito. Quest’ultimo è il Paese europeo in cui il crack è più diffuso. Inoltre, si legge nella ricerca, “molti degli utilizzatori primari di cocaina crack segnalano l’eroina come sostanza problematica secondaria”. Il crack causò notevoli problemi sociali in diverse metropoli Statunitensi negli anni Ottanta venne inizialmente creato come sostituto della cocaina: era destinato ai cocainomani cronici che, avendo ormai i tessuti nasali distrutti, non potevano più sniffare la droga, ma solo inalarla fumandola. Tra le altre cose, può provocare deliri, allucinazioni, psicosi, paranoia e ansia.

Le morti per oppiacei sintetici
Ma non sono solo le droghe più tradizionali a mietere vittime. Nell’Unione europea si registra infatti un aumento dei morti per overdose legato agli oppiacei sintetici. Anche se l’eroina resta tra i più utilizzati, le molecole potentissime come il fentanyl hanno già provocato una vera emergenza negli Stati Uniti e stanno sbarcando rapidamente anche in Europa. Circa 50 nuovi oppiacei sintetici sono stati segnalati al sistema di allerta precoce dell’Ue. Inoltre, scrive il rapporto, alcune sostanze “come il carfentanil, sono estremamente potenti, il che significa che possono essere trasportate in quantitativi molto piccoli, difficili da individuare ma trasformabili in molte migliaia di dosi”. Il direttore dell’Emcdda, Alexis Goosdeel, ha dichiarato che gli oppiacei sintetici “sono responsabili di intossicazioni acute e di decessi”. Anche sul versante dell’eroina, anche se non c’è ancora “una completa comprensione di quello che sta succedendo nel mercato”, si osserva “un enorme incremento dei sequestri” nell’Ue. Infine, va detto che nell’85% dei casi, l’overdose per oppiacei è mortale

L’uso di cannabis tra i giovani
La droga di gran lunga più utilizzata in Italia e in Europa, comunque, resta la cannabis. Un quinto (21%) di tutti i giovani adulti italiani l’hanno utilizzata nell’ultimo anno. Guardando la percentuale europea si scende al 14,4%, cioè 17,5 milioni di persone. Almeno 91,2 milioni di europei hanno provato la cannabis almeno una volta nella loro vita. In Italia, i sequestri di cannabis hanno quasi raggiunto quelli della Turchia, che detiene il record di sequestri del 2017. Nel rapporto si legge che “il numero di sequestri di cannabis segnalati nell’Unione europea, sia per la resina che per le foglie e infiorescenze è rimasto relativamente stabile dal 2012. Tuttavia, dopo un calo registrato nel 2015, la quantità di cannabis in foglie e infiorescenze sequestrata è aumentata in molti paesi. L’aumento complessivo registrato tra il 2016 e il 2017 è dovuto principalmente agli incrementi significativi registrati in Grecia, Spagna e in particolare in Italia”.

I differenti modi di vedere la canapa light
Le norme sul commercio di foglie, infiorescenze o prodotti a base di cannabis light, cioè con una bassa quantità tetraidrocannabinolo (Thc), sono molto diverse all’interno dei Paesi dell’Unione europea. “Alcuni Stati membri dell’Ue considerano i prodotti a bassa concentrazione di Thc come estratti di cannabis soggetti a sanzioni penali”, spiega il rapporto, mentre “altri li considerano medicinali che non possono essere venduti senza autorizzazione; altri ancora li classificano come prodotti che non costituiscono una minaccia per la salute pubblica e pertanto non richiedono alcuna licenza per il commercio”. Tra le diverse sostanze della cannabis, il Thc ha effetti stupefacenti, mentre il Cbd (cannabidiolo) è sempre più commercializzato sulla base dei suoi effetti benefici. L’Osservatorio europeo ha pubblicato alcuni lavori in proposito, sostenendo che “i nuovi prodotti dichiarano di avere concentrazioni di Thc inferiori a 0,2 % o 0,3 % e rientrano in linea di massima in due categorie di prodotti: una destinata a persone che fumano cannabis e una (le formulazioni come olii e creme) destinata a persone interessate a possibili usi per la salute”.

La Relazione europea sulla droga è scaricabile a questo link

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