Una città in pieno fermento. Certo, ci sarà sempre qualcuno che non aderirà e snobberà come al solito qualsiasi cosa gli altri organizzino, ma Priverno, città medievale in provincia di Latina, questa volta si meriterebbe davvero tutto. Se non altro una visita, sabato e domenica, per gratificare chi sta lavorando sodo a realizzare il secondo appuntamento de I Fiori di Camilla. Una festa nata e ideata lo scorso anno da Priverno in Rete, associazione dei commercianti del centro storico, con il supporto della Confcommercio Lazio sud e dell’amministrazione comunale. Un sodalizio importante che vede in prima fila tanti negozianti della parte più vecchia farsi promotori di eventi e anche e soprattutto del miglioramento urbano. Perché una città bella e ordinata è una città che accoglie. E tutti ne guadagnano. L’obiettivo è quindi quello di creare un sistema che dia il massimo risalto ai settori del commercio, dei servizi, della ricettività e dell’enogastronomia e che diventi punto focale di aggregazione e rilancio del Paese.

Perché Camilla? Camilla, l’Amazzone, è stata la regina di Priverno. Lei, infatti, figlia di Metabo, re dei Volsci, viveva a Priverno, capitale del regno. Secondo il racconto dell’Eneide, combatté a fianco di Turno contro Enea e cadde in battaglia. La città è molto legata a questa figura mitologica e a questa “leggendaria vergine guerriera”, onorata anche da Dante Alighieri, che nella Divina Commedia l’ha ricordata come la prima martire per la libertà della nostra patria: “di quell’umile Italia fia salute per cui morì la vergine Cammilla”.

Facile dunque dedicare a lei questo evento di giugno. Storia a parte è ora di capirne di più, iniziando a passeggiare tra balconi e finestre fiorite di questo delizioso angolo laziale. Lo sguardo curioso e meravigliato si posa, indugiando su quei balconi e finestre affacciati sul Corso, dove surfinie, gerani e rose danzano festosi al vento leggero della collina che si incanala sulla via principale; su quegli angoletti delle strade colorati e su quei vicoli antichi e acciottolati, rivestiti di verde ai lati. Balconi, finestre, angoletti più belli verranno premiati da Priverno in Rete. Quindi tutto è stato valorizzato e abbellito. Anche le vetrine dei negozianti dell’intera città. Anch’essi partecipano al concorso indetto dal Comune per la vetrina più bella.

L’occhio che non sa più dove guardare, tanti sono i colori e le armonie cromatiche, diventa stupore e meraviglia quando dalla prospettiva della strada principale tutto si allarga, sconfinando in uno spazio più ampio diventato piazza. La piazza principale del paese, incastonata tra le dolci colline. Ecco la bellissima scalinata, che in un trionfo di trifore, bifore e arcate conduce su alla vecchia cattedrale e al palazzo comunale. Una gradinata abbellita e ornata da rose e azalee, che ricordano vagamente la sontuosa scalinata di Piazza di Spagna. C’è un po’ di Roma anche qui, come sempre d’altronde.

Priverno secondo vecchie testimonianze è stata fondata almeno quattro secoli prima di Roma e per secoli le due città si sono combattute tra loro. Narra Tito Livio che Priverno era un potente centro volsco e che a seguito di lunghe lotte venne sottomesso da Roma. Ma torniamo ad oggi e alle piante che ci circondano. Vecchi ulivi messi qua e là trasformano il freddo acciottolato in giardino. Nel vicino museo archeologico, luogo dove vengono custoditi i reperti antichi dell’antica città nata in pianura, è stata allestita una mostra di pittura dedicata a Camilla.

Priverno è anche salita. Saliamo, dunque. Percorrendo i vicoli stretti e raccolti verso il cocuzzolo si scoprono porte aperte. Sono quelle dei proprietari dei vecchi orti, piccoli gioielli incastonati tra le vecchie mura delle case, che custodiscono gelosamente alberi antichi di agrumi, tra cui il molancolo amaro, caratteristico frutto di questo luogo tanto decantato anche da scrittori-viaggiatori di un tempo lontano, che accolgono i visitatori. I profumi penetranti delle piante cominciano a mischiarsi con quelli del cibo. Profumi speziati arrivano dalle cucine dei ristoratori del luogo affaccendati a cucinare piatti con i fiori. Così i pizzaioli del corso. Anche i baristi fanno tintinnare calici e tumbler preparando spritz “ai fiori”.

In qualunque angolo volgi lo sguardo, piazza o piazzetta che sia, ci sono mostre e stand di creativi del luogo. Ma ora basta girare per vicoli e callette. E’ tempo di tornare nella piazza principale, dove l’orologio del Comune scandisce da secoli le ore e i minuti. La scalinata si sta trasformando in passerella di moda. Da lì, infatti, scenderanno sinuose modelle indossando leggeri abiti da sposa. Eh sì, eh. Potevano mancare tra i fiori di Camilla zagare e fiori di arancio, simbolo di purezza e di amore “per tutta la vita”?

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