I ricercatori della NYU School of Medicine – la scuola di medicina dell’Università di New York – hanno sviluppato un’app per smartphone che aiuta a gestire l’emicrania. L’app, battezzata RELAXaHEAD, guida i pazienti attraverso una tecnica ben nota e collaudata, ossia il rilassamento muscolare progressivo. Alternando la contrazione e la distensione dei muscoli, si reputa che sciolga le tensioni muscolari e attenui i sintomi dello stress, ed è il motivo per cui molti esperti la consigliano per l’emicrania.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Digital Medicine, consiste nella valutazione dell’efficacia clinica di quest’app (non ancora disponibile pubblicamente) in affiancamento alle terapie standard (come i farmaci per via orale) sotto supervisione medica.

Foto: Depositphotos

 

Per verificarne gli effetti benefici sono stati condotti test su 51 pazienti che soffrivano di emicrania clinicamente documentata. È stato chiesto loro di usare l’app per 90 giorni, durante i quali annotare quotidianamente frequenza e intensità dei mal di testa. Nel frattempo, l’app teneva traccia di quanto spesso e per quanto tempo i pazienti eseguivano gli esercizi di rilassamento muscolare progressivo con la guida dell’app. I partecipanti allo studio hanno mediamente sofferto di emicrania per 13 giorni al mese, con punte minime e massime rispettivamente di 4 e 31 episodi.

La terapia con l’app ha ridotto il numero di emicranie mensili al 51% dopo sei settimane e al 29% dopo tre mesi. Quella rilevata è una tendenza progressiva al miglioramento con il passare del tempo. Per questo motivo gli autori dello studio intendono proseguire incoraggiando i pazienti a svolgere sessioni più frequenti con l’app, e vogliono inoltre introdurre questo strumento nelle pratiche cliniche.

L’autrice principale dello studio Mia Minen spiega che “il nostro studio prova che i pazienti sono disposti a seguire una terapia comportamentale se è facilmente accessibile, se possono farla nel loro tempo libero e non è costosa. I medici devono riconsiderare il loro approccio terapeutico all’emicrania perché molte delle terapie accettate, anche se di dimostrata efficacia, non funzionano per tutti gli stili di vita”.

La dottoressa si riferisce ai dati statistici statunitensi. Ai 36 milioni di persone che soffrono di emicrania vengono prescritti trattamenti farmacologici e terapie comportamentali. Queste ultime tuttavia non vengono seguite a causa dei costi e dei disagi che comportano, se debbono essere svolte in studio su prenotazione. Il risultato è che spesso i pazienti finiscono per assumere solo i farmaci. Differente è poter “insegnare efficacemente ai pazienti gli esercizi da fare per gestire l’emicrania” e lasciare che li svolgano a casa, nel tempo libero.

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