Dopo un lungo periodo, l’Italia torna sul tetto d’Europa, con una doppietta che mancava da otto anni. Nell’arco di cinque ore tornano nella penisola due Cev Champions League della pallavolo. Una era assicurata, quella del torneo femminile che vedeva affrontarsi l’Igor Novara contro le campionesse d’Italia dell’Imoco Conegliano (in provincia di Treviso). Hanno vinto le prime con una partita straordinaria. E altrettanto straordinaria è stata la finale giocata dalla Lube Civitanova, campione d’Italia, che ha saputo prendersi la rivincita sullo Zenit Kazan, saldo al primo posto nelle ultime quattro edizioni. Al termine della serata sul podio salgono sia le ragazze dell’Igor Novara che i ragazzi della Lube Civitanova: le due squadre ricevono lo stesso montepremi (400mila euro) e alzano le coppe in contemporanea, per poi scattarsi i selfie e farsi i complimenti reciproci. Una doppietta così non si vedeva dal 2010, quando vinsero Trento (al maschile) e Bergamo (al femminile). La Champions League mancava agli uomini dal 2011, quando fu vinta da Trento con Osmany Juantorena (che ora gioca nella Lube), e alle donne dal 2016 quando ottenne l’alloro la Pomì Casalmaggiore, dove c’era Francesca Piccinini (ancora vincitrice ieri).

La regina ritorna e il fenomeno saluta
“Che vi avevo detto? Sono la regina”. Dopo aver vinto la sua settima Champions League, un risultato invidiabile (Cristiano Ronaldo ne ha cinque), Francesca Piccinini scherza così con i giornalisti. La regina della pallavolo è lei. La sua squadra, l’Igor Novara, ha appena battuto per tre set a uno l’Imoco Conegliano, l’acerrima rivale che poche settimane fa l’ha schiacciata nelle finali per lo scudetto. “Lo sapevo che oggi sarebbe andata così, c’era la giusta energia”, continua la capitana. Per lei, a fine partita, ci sono anche gli applausi dei tifosi di Conegliano, che le regalano una sciarpa: “Lo sport è bello per questo”.  “Abbiamo preso una discreta asfaltata nella finale di campionato, però le ragazze sono ripartite da lì”, spiega Massimo Barbolini, allenatore dell’Igor Novara. Barbolini poi conclude: “Lunedì ho fatto rivedere gli ultimi tre punti col Vakif”, la squadra di Istanbul battuta in semifinale al golden set con uno straordinario recupero. Per Daniele Santarelli, allenatore delle venete, questa è una delle peggiori prestazioni dell’ultimo periodo: “In attacco abbiamo giocato molto male. Loro invece hanno fatto bene col muro e la difesa e hanno giocato molto bene con i colpi molto forti”. Merito soprattutto di Michelle Bartsch-Hackley, schiacciatrice statunitense realizzatrice di 21 punti, e di Paola Egonu, che ne ha fatti 27 ed è la miglior giocatrice della partita: “Non siamo riusciti a fermarla”, commenta il libero dell’Imoco Conegliano Monica De Gennaro. Questa partita segna inoltre l’addio di Egonu a Novara, squadra che l’ha accolta dopo l’esperienza nel Club Italia, la formazione che fa disputare ai giovani delle nazionali i campionati di serie A. “Ha dato un buon saluto a Novara e va a Conegliano da campionessa d’Europa – commenta Barbolini -. È cresciuta molto, si è visto da come ha gestito alcune situazione e da come ha chiuso la partita con un pallonetto. È una ragazza che migliorerà ancora tantissimo e sono contento di aver potuto lavorare con lei questi due anni”.

I “cucinieri”, esperti nel rimontare
Passando agli uomini, la settimana della Lube Civitanova sarebbe da incorniciare. “Abbiamo raggiunto due risultati veramente difficili”, commenta l’allenatore Fefé De Giorgi. Martedì, in gara cinque delle finali scudetto, è andata sotto di due set e poi ne ha vinto tre aggiudicandosi la Superlega. E anche sabato ha fatto credere il peggio, per poi dimostrare il suo valore. Nonostante possa contare sul tifo dei suoi supporter, ma anche di quello dei sostenitori di Novara e Conegliano, contro il Kazan comincia malissimo: dei primi cinque punti dei russi quattro sono per attacchi dei marchigiani che si infrangono contro il muro, un muro di Berlino. La squadra tatara, in cui giocano molti giocatori della nazionale e due stelle come Matt Anderson e il francese Earvin Ngapeth, prende a sassate i biancorossi. Il primo set finisce 25 a 16 per loro: “Abbiamo iniziato male. Io ho cominciato con delle idee non giuste. Poi pian piano, parlando, siamo diventati più lucidi”, spiega il regista Bruno Mossa de Rezende che ha gestito l’attacco alla perfezione. Nel secondo, infatti, la squadra allenata da Fefé De Giorgi rende pan per focaccia: comincia subito bene, prende distacco e poi vince per 25 a 15. Quasi identico il terzo set. Il quarto ha lo stesso spirito: il Kazan sembra demoralizzato, la Lube si porta sul 23 a 13, poi Ngapeth va in battuta e durante il suo turno al servizio i russi recuperano sei punti portandosi al 23 a 19. Basterebbe poco, un cambiopalla e una buona battuta. Al servizio va Yoandy Leal, uno dei tre ex della nazionale cubana insieme a Osmany Juantorena e Robertlandy Simon (i tre hanno realizzato rispettivamente 9, 14 e 15 punti della partita). Il Kazan contrattacca con Maxim Mikhailov, ma è una palla facile e la Lube contrattacca a sua volta chiudendo il punto. L’ultimo pallone finisce invece a Tsvetan Sokolov, bulgaro che il prossimo anno giocherà a Kazan: la mette a terra in diagonale. “In cinque giorni abbiamo la storia della pallavolo italiana – dice Juantorena, Mvp dell’incontro -. Sono superstanco, non ci credo. Domani mi sveglierò e mi chiederò se è tutto vero”.

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