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Roberto Cavalli, la griffe verso un nuovo piano di tagli: “Cassa integrazione, punti vendita chiusi e riduzione collaboratori”

La casa di moda - alla quale servono 47 milioni di euro per uscire dalla crisi - ha già tagliato costo del lavoro, collaborazioni e consulenze in particolare nell'area 'stile'. Ora, nella domanda di concordato preventivo presentata in Tribunale, si prospetta una nuova 'cura dimagrante'. Mentre continua la ricerca di un socio
Roberto Cavalli, la griffe verso un nuovo piano di tagli: “Cassa integrazione, punti vendita chiusi e riduzione collaboratori”
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Continuano i sacrifici per Roberto Cavalli, la casa di moda che ha già tagliato costo del lavoro, collaborazioni e consulenze in particolare nell’area ‘stile’. Dopo la “riduzione del perimetro delle società estere con possibile avvio di procedure liquidatorie-concorsuali; interruzione dei contributi marketing alle società estere (20 milioni di euro), cessazione del rapporto con 12 collaboratori e consulenti nell’area marketing e stile (con un risparmio, su base annua, di circa 700mila euro nel corso del mese di marzo 2019) e la sostituzione interna del direttore creativo Paul Surridge“, si legge nella domanda di concordato preventivo depositata in Tribunale, la società “sta pianificando e intende avviare” altre ulteriori iniziative.

Si tratta della “eventuale chiusura di alcuni punti vendita non strategici-performanti (con un risparmio di circa 500mila euro all’anno)” e la “richiesta di attivazione della procedura di Cassa integrazione straordinaria”, con l’avvio delle consultazioni sindacali già nel mese di aprile “con l’obiettivo di attivare la procedura entro fine maggio 2019”. Nonché la “rimodulazione e riduzione degli ordinativi di prodotti per le stagioni autunno-inverno 19/20 e primavera-estate 20 al fine di allineare gli ordini con la riduzione del perimetro dei punti vendita e delle società estere, così riducendo l’esborso finanziario per la Società” e la “cessazione di ulteriori rapporti di collaborazione e consulenza, con l’obiettivo, in ogni caso, di mantenere la piena operatività dell’ufficio design e stile”.

Alla griffe controllata dal fondo Clessidra servono 47 milioni di euro per uscire dalla crisi, secondo le stime della stessa società che insieme ad Alix Partner ha presentato ai soci un piano di ristrutturazione che prevedeva, al netto di una serie di azioni per tagliare i costi e recuperare risorse finanziarie, un inevitabile aumento di capitale. La ricerca di un nuovo socio è iniziata, ricostruisce il ricorso per la domanda di ammissione al concordato, nel corso del mese di settembre 2018. L’advisor Rothschild ha contattato oltre 80 possibili investitori, dei quali 26 hanno dimostrato un potenziale interesse. Di questi in 9 hanno confermato il proprio interesse nel corso del mese di dicembre. La rosa si è ristretta a 6 che hanno presentato manifestazioni di interesse e poi con quattro sono state avviate le trattative. Alla due diligence sono poi arrivati Bluestar Alliance, Renzo Rosso e Philippe Plein.

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