Gli ultimi dei da abbattere sono il neoliberismo e il sinistrismo. Del liberismo è rimasto solo il neo, in zone oscure. Del resto cosa ci si poteva aspettare da un’ideologia che alla fonte di tanti teoremi mette una mano invisibile che aggiusta tutto? Si è rivelata una fede come le altre. Messa in crisi dalla statistica, dalla storia, dal mercato stesso. Tramonta come l’Occidente. Non poteva fare altro, con un nome così. Il neocapitalismo che ci sta affamando con le sue manacce finanziarie è il babbo. È una carogna, si vede, è lì. Facile da contestare anche se non da abbattere.

Molto più difficile invece far fuori la mamma, la sinistra. La mamma è dolce, fa sognare, ti ha nutrito. Ogni volta la facciamo risorgere come una condizione dello spirito quasi eterna. Quindi inservibile, perché è tutto e niente. È progresso e conservazione, libertà e uguaglianza, culla e infanticidio, destinata a generare schizofrenici, insoddisfatti, eterni perdenti. In realtà papà e mamma hanno la stessa ascendenza nelle rivoluzioni, quella francese e quella industriale. Coniugavano valori morali ed economici che ora non vanno più d’accordo. Abbiamo un lavoro duro da fare nei prossimi anni: contrattare un’identità e condividere una ricchezza in un mondo meticcio che suscita élite anonime e patetici sovranismi. Bisogna avere equilibrio. È sano essere di sinistra e di destra durante la vita. Se rimani di sinistra a 50 anni o sei un coglifiori (io) o un paraqu (gli altri). A metà della vita bisogna aver costruito qualcosa e avere voglia di conservarlo e quindi essere sanamente di destra. Come il Pd, che non osa dirselo.

In Italia per una serie di eventi storici essere di sinistra è una pre-condizione religiosa che non permette di osservare la realtà e che genera una serie di letali storture. Ne cito solo una: non sentirsi italiani. Non risorgimentali o ottocenteschi. Italiani del duemiladiciannove, una comunità di individui che si ritrovano su un territorio geograficamente indiscutibile, con una lingua inoppugnabile e una sofferta storia comune. E una Costituzione. Tradita soprattutto dai democratici che hanno sposato il mondialismo finanziario e rigettato le parole popolo e sovranità all’origine di quel contratto, tacciandole di fascismo. Una vera e propria distorsione cognitiva. Che ha origine in un complesso. Diciamocelo serenamente: essere italiani ci faceva schifo, abbiamo cercato di non pensarci e abbiamo sperato che qualche europeo ci facesse diventare altro senza accorgercene.

La sinistra è ancora ferma qui, non vuole diventare adulta. Non vede che questo raffazzonato governo gialloverde va stentatamente, a volte comicamente, in una direzione di progresso. Per fare meglio bisogna seguirlo e superarlo, non punzecchiargli inutilmente le natiche.

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