Ribellarsi e denunciare: a che pro? Perché ostinarsi a rivendicare i propri diritti quando coloro a cui assegniamo l’incarico di riconoscerli e legittimarli spesso non ne sembrano in grado, se non addirittura nella volontà di farlo? E in che modo far sentire le proprie rimostranze e le proprie proposte senza venir sistematicamente respinti da cortine di gomma, d’indifferenza e di “Le faremo sapere”?

Arianna Porcelli Safonov, scrittrice romana di origini russe, ha scelto lo strumento della risata: una risata dolce-amara, suscitata da una letteratura tristo-comica alla quale dà mandato di conficcarsi tra le derive, le incongruenze e gli scempi maggiormente percepiti nell’Italia dei nostri giorni, con l’obiettivo di risvegliare il senso critico di chi quell’ostinazione ha preferito abbandonarla. Attraverso racconti pungenti, iperbolici e conditi da una squisita eleganza linguistica e formale, la Safonov provoca i lettori caricandoli del peso delle assurdità della società contemporanea, per poi risollevarli attraverso uno humour di rivalsa e di riscatto, riaffermando il pensiero di Oscar Wilde secondo cui “Se vuoi dire la verità alle persone, falle ridere. Altrimenti ti uccideranno”.

In questo episodio di Creativi di Fatto, abbiamo chiesto ad Arianna Porcelli Safonov di svelarci i segreti della sua arte comico-umoristica – che propone anche nella forma di letture teatrali e di video-monologhi sempre più seguiti sul web – e in cosa consiste il processo creativo che, a partire dall’individuazione di un fenomeno sociale percepito come deriva, la conduce alla realizzazione di un’opera letteraria di carattere tristo-comico.

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