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Pamela Mastropietro, indagati per violenza sessuale i due uomini incontrati dopo la fuga dalla comunità Pars

I due automobilisti sono accusati di aver abusato di una persona in stato di incapacità mentale. Lo ha reso noto il pm Stefania Ciccioli durante l'udienza in Corte d’Assise del processo a carico di Innocent Oseghale, accusato di avere ucciso la ragazza e di averne fatto a pezzi il corpo
Pamela Mastropietro, indagati per violenza sessuale i due uomini incontrati dopo la fuga dalla comunità Pars
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Due persone indagate per violenza sessuale nei confronti di Pamela Mastropietro. È la novità emersa durante la seconda udienza in Corte d’Assise del processo a carico di Innocent Oseghale, accusato di avere ucciso la ragazza e di averne fatto a pezzi il corpo. Presso la Procura della Repubblica di Macerata, infatti, è pendente una querela contro i due automobilisti incontrati da Pamela Mastropietro dopo che si era allontanata dalla comunità Pars il 29 gennaio: per entrambi l’accusa è di violenza sessuale nei confronti di una persona in stato di incapacità mentale. Lo ha reso noto il pm Stefania Ciccioli durante l’udienza odierna. Il primo incontrò Pamela subito dopo l’uscita dalla comunità di Corridonia e l’accompagnò alla stazione ferroviaria di Piediripa, con il secondo la 18enne romana trascorse la notte e si fece lasciare la mattina del 30 gennaio alla stazione ferroviaria di Macerata. Secondo il legale della famiglia e zio della ragazza Marco Verni, il reato è comunque perseguibile d’ufficio.

“Oggi abbiamo appreso che due persone, che Pamela ha incontrato, sono state iscritte nel registro delle notizie di reato per violenza sessuale” ha commentato l’avvocato Verni. La novità è arrivata dopo il deposito della consulenza firmata dalla criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa, “in cui si mette nero su bianco che Pamela era in stato di minorata difesa e chiunque poteva accorgersene”, ha riferito il legale. “Noi partiamo dal fatto che Pamela era in stato di minorata difesa già al momento del suo allontanamento dalla comunità” e “anche per lo stato di bisogno” in cui versava, ha sottolineato Verni. “Secondo noi – ha concluso l’avvocato e zio di Pamela – c’è stato qualcuno che se ne è approfittato”.

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