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Creato un super Dna, ha 8 lettere e potrà riconoscere vita aliena, ottenere nuovi tipi di farmaci e immagazzinare dati

I ricercatori, guidati da Shuichi Hoshika, hanno chiamato il nuovo Dna sintetico 'hachimoji Dna', dai termini giapponesi 'hachi', che significa 'otto' e 'moji' che significa 'lettera'. Accanto alle tradizionali A, C, T, G, il Dna super-potenziato ha le lettere Z, P, S, B
Creato un super Dna, ha 8 lettere e potrà riconoscere vita aliena, ottenere nuovi tipi di farmaci e immagazzinare dati
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Ottenuto un super Dna, non esiste in natura ha un alfabeto molecolare di otto lettere anziché di quattro come il Dna naturale e per questo riesce a immagazzinare un grande numero di informazioni. Pubblicato su Science dalla Foundation for Applied Molecular Evolution e dall’azienda Firebird Biomolecular Science, il nuovo Dna potrà aiutare a riconoscere eventuali forme di vita aliena, a ottenere nuovi tipi di farmaci e a immagazzinare dati. I ricercatori, guidati da Shuichi Hoshika, hanno chiamato il nuovo Dna sintetico ‘hachimoji Dna’, dai termini giapponesi ‘hachi’, che significa ‘otto’ e ‘moji’ che significa ‘lettera’. Accanto alle tradizionali A, C, T, G, il Dna super-potenziato ha le lettere Z, P, S, B.

La ricerca dimostra quanto il codice della vita sia realmente universale. Il suo codice a otto lettere funziona infatti in modo del tutto simile al Dna basato su quattro lettere. Vale a dire che può essere copiato nello stesso modo dalla molecola che è il suo braccio destra, l’Rna, altrettanto potenziata, ed è inoltre in grado di controllare la produzione di proteine. Soprattutto mostra di essere molto stabile: mantiene cioè inalterata la sua inconfondibile struttura tridimensionale dalla forma di una doppia elica. Per questo motivo i ricercatori rilevano che, come quello naturale, anche il Dna sintetico a otto lettere è compatibile con la vita. Se le cose stanno così, è probabile che la vita su altri pianeti possa basarsi su una forma di Dna simile a quella che sulla Terra è stata appena ottenuta in laboratorio. “Sarebbe un errore dire che il Dna Hachimoji sia un esempio di vita aliena”, ha osservato uno degli autori della ricerca, Steven Benner. Al momento, infatti, questo Dna non è completamente autosufficiente e ha bisogno di essere sostenuto continuamente: se dovesse per caso uscire dal laboratorio non riuscirebbe a sopravvivere.

L’articolo su Nature

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