È da qualche tempo che è evidente che il vero pericolo che incombe sul pianeta non è la rielezione di Donald Trump, né la Brexit senza accordo, e tantomeno il trionfo di un nuovo schieramento di destra nelle elezioni del parlamento europeo, ma il clima. Di certo gli squilibri climatici già mietono vittime a livello mondiale, quanti dei
cadaveri sul fondo del mediterraneo appartenevano a realtà agricole spazzate via dal surriscaldamento del pianeta? Il clima ammazza molta più gente fuori dei confini della Corea del Nord di Kim Jong-un, il nemico numero uno del pianeta secondo la narrativa globale che vuole farci credere che bisogna avere più paura di lui che della siccità decennale nei Paesi del sub-Sahara.

Gli unici che sembrano capire cosa sta succedendo sono gli adolescenti, forse perché saranno loro a dover combattere da adulti con un pianeta dal clima sempre più ostile e nemico. Venerdì scorso c’è stata la prima grande manifestazione di adolescenti nel Regno Unito. Invece di andare a scuola gli studenti hanno marciato in 60 città, dalla Cornovaglia alle Highlands scozzesi.

Il movimento Youth Strike 4 Climate ha quattro richieste fondamentali: il governo deve dichiarare l’emergenza climatica; informare il pubblico sulla gravità della situazione climatica; riformare il curriculum scolastico nazionale per includere la crisi ecologica; abbassare l’età del voto a 16 anni.

Youth Strike 4 Climate si ispira alla mobilitazione dell’adolescente Greta Thunberg, una sedicenne studentessa svedese, che dallo scorso agosto protesta ogni venerdì fuori dal parlamento svedese. Da allora, decine di migliaia di bambini e adolescenti in Belgio, Germania, Svezia, Svizzera e Australia sono scesi in piazza pacificamente. In Belgio, sede dell’Unione Europea, migliaia di studenti scioperano da almeno quattro settimane con uno slogan ormai famoso rivolto ai politici: “Farò i compiti quando tu farai il tuo”. Più di 3.000 scienziati hanno aderito e sostenuto gli scioperi tanto che il governo belga ne ha dovuto prendere atto. Il ministro per l’ambiente è stato costretto a dimettersi dopo aver falsamente affermato che i servizi di intelligence del Paese avevano la prova che i bambini che scioperavano erano teleguidati da poteri occulti. L’accusa è stata subito contraddetta dai capi dell’intelligence.

Anche la Svizzera è stata teatro di alcune delle più grandi manifestazioni di scolari. Gli attivisti locali hanno affermato che 23.000 persone hanno aderito allo sciopero dello scorso 18 gennaio e 65.000 a quello del 2 febbraio. Le più grandi manifestazioni, però, sono state quelle di venerdì scorso a Londra, a Brighton, a Oxford ed a Exeter.

In meno di un anno, Greta Thunberg ha dato vita a un movimento globale non indifferente. A dicembre, ha parlato alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite, rimproverando i leader mondiali ed accusandoli di comportarsi come bambini irresponsabili. Il mese scorso, ha usato parole altrettanto dure per l’élite mondiale a Davos. “Alcune persone, alcune aziende, alcuni leader in particolare, hanno saputo esattamente quali valori inestimabili hanno sacrificato per continuare a guadagnare somme di denaro inimmaginabili. E penso che molti di voi qui oggi appartengano a quel gruppo di persone”.

Il prossimo appuntamento globale sarà il 15 marzo. Le richieste sono in linea con quelle del Youth Strike 4 Climate: dichiarazione immediata dello stato di emergenza climatica, introduzione di politiche energetico di zero-carbonio entro il 2030 senza geo-ingegneria e, se necessario, allontanamento o abbandono dell’attuale sistema economico. I giovanissimi attivisti ci tengono a chiarire che il problema è sistemico piuttosto che una questione di scelte di vita individuali. Hanno perfettamente ragione.

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