Il governo ha approvato il cosiddetto “decretone”: il consiglio dei ministri ha dato il via libera alle due riforme più importanti per Lega e M5s, ovvero reddito di cittadinanza e quota 100. I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nel corso di una conferenza stampa insieme al premier Giuseppe Conte, hanno illustrato le slide con i principali punti delle misure (qui le slide). “Dalle parole ai fatti. Abbiamo stanziato soldi veri, ovvero 22 miliardi di euro“, ha esultato il leader del Carroccio. “Quindi le coperture c’erano”, ha detto invece il leader M5s. “Oggi nasce un nuovo welfare state in Italia. In sette mesi abbiamo realizzato le misure centrali del contratto di governo. Adesso abbiamo la dimostrazione con i fatti che tutti gli altri punti del contratto si possano realizzare. A chi diceva fosse fantascientifico dico che la migliore risposta è questa”. Quindi Salvini si è rivolto ai colleghi di governo, rivendicando un clima di serenità dopo giorni di scontri e tensioni: “Prima si facevano vertici sui rimpasti, noi abbiamo fatto tutti i vertici necessari per entrare nella casa degli italiani, per incidere nella vita vera degli italiani. Luigi e Giuseppe, vi dico grazie, sono stati sette mesi entusiasmanti e i prossimi dieci anni lo saranno altrettanto”. Nel concreto, i due vicepremier hanno detto che per il 2019 sono stati stanziati 7 miliardi per il reddito di cittadinanza e 4 per quota 100. Ora il decreto sarà esaminato da Camera e Senato. E alla domanda se l’esecutivo si impegna a non mettere la fiducia, il premier Conte ha replicato: “Il voto di fiducia non è un gesto di prepotenza rispetto al Parlamento. Qualche volta siamo ricorsi a questo voto quando era necessario, ma non la intendiamo come strumento per dare uno schiaffo al Parlamento”.

Reddito e pensioni di cittadinanza, incentivi alle imprese
Di Maio ha innanzitutto parlato dei tempi, uno dei punti più contestati nei mesi scorsi: “Non ci sono sorprese. Il sito per il reddito di cittadinanza sarà pubblicato a febbraio, da marzo si potranno presentare le domande e da fine aprile lo eroghiamo”. Quindi è entrato nel merito, confermando le cifre circolate nei mesi scorsi: “Una persona che vive da sola avrà fino a 780 euro al mese“. Se c’è una famiglia con 2 adulti e 2 minorenni avrà fino a 1180 euro. “Permettiamo a tanti padri di famiglia di poter accedere a un reddito”, ha aggiunto. In totale, come si legge dalla bozza, sono 1,32 milioni i nuclei familiari che beneficeranno del reddito di cittadinanza, di cui 164 mila stranieri. Secondo una tabella riportata sempre nella relazione, in totale i nuclei di soli stranieri sono pari a 256mila: di questi 92mila non potranno accedere però al reddito in quanto non “lungosoggiornanti” e non residenti da almeno 10 anni nel territorio italiano.

Il leader M5s si è quindi soffermato sulle misure previste per evitare che ci siano distorsioni: “Le abbiamo chiamate norme anti-divano. Nessuno potrà abusare del reddito di cittadinanza”. Lo schema delle offerte di lavoro, come già anticipato nei giorni scorsi, prevede che la prima offerta avvenga nel primo anno e sia inclusa in 100 km rispetto alla residenza. “Non converrà rifiutare la prima domanda”, ha continuato, “perché dalla seconda l’offerta è più lontana, e la terza è in tutta Italia”. Quali sono gli obblighi? “Se sei adeguatamente formato, devi sottoscrivere un contratto che si chiama ‘patto per il lavoro’ e prendi un impegno con lo Stato. Altrimenti sottoscrivi un ‘patto per la formazione’, che ha gli stessi doveri precedenti. La pena è sempre che decada il reddito. Se invece non puoi lavorare o formarti, sottoscriverai il ‘patto per l’inclusione sociale’ e farai otto ore di lavori sociali a settimana”.

Di Maio ha poi parlato delle sanzioni per chi abusa del reddito: “Tutti coloro che non sottoscrivono il patto, che non partecipano alle formazioni o che rifiutano le offerte di lavoro, decadono dal progetto. E chi entra nel piano, avrà un faro ulteriore su di sé e dovrà dare spiegazioni. Anche se io credo che la stragrande maggioranza di coloro che sono in difficoltà siano persone oneste”.

Dalla bozza in circolazione giovedì pomeriggio emerge che verranno segnalati all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza i beneficiari del reddito per i quali Centri per l’impiego e Comuni rilevano “qualsiasi anomalia nei consumi e nei comportamenti” da cui si possa dedurre “una eventuale non veridicità dei requisiti economici, reddituali e patrimoniali dichiarati e la non eleggibilità al beneficio”. Entrate e Gdf dovranno tenerne conto nella programmazione delle attività di accertamento. L’articolo 7, oltre alla cause di decadenza, prevede poi una serie di sanzioni per chi non si presenta al Centro per l’impiego dopo essere stato convocato, non partecipa alle iniziative di orientamento o non rispetta gli impegni previsti nel Patto per l’inclusione sociale “relativi alla frequenza dei corsi di istruzione o formazione da parte di un componente minorenne” o “”impegni di prevenzione e cura volti alla tutela della salute individuati da professionisti sanitari”. La prima mancata presentazione al Centro per l’impiego comporterà la decurtazione di una mensilità di reddito, dopo la seconda verranno stoppate due mensilità e in caso di ulteriore mancata presentazione si perderà del tutto il beneficio. Negli altri casi il taglio sarà di due mensilità fin dal primo sgarro. Poi chi non partecipa ai successivi incontri di orientamento non avrà più diritto al reddito. In caso di mancato rispetto del Patto di inclusione, dopo la seconda violazione ci si vedrà togliere tre mensilità, che salgono a sei dopo il terzo richiamo formale. In seguito se non si rientra nei ranghi si perderà il sussidio.

Quali sono le tempistiche: “Per febbraio saremo pronti a pubblicare il sito internet che dirà quali documenti sono da preparare e poi il sito da marzo sarà attivo per recepire la documentazione. Non c’è bisogno di andare a nessuno sportello se non si vuole. Possibile fare tutto con il portale” ma in alternativa si potrà usare “un normale sportello postale” o ancora i Caf. “Dopodiché l’Inps verifica e il reddito sarà erogato con una normalissima carta elettronica di Poste italiane. Dopo l’accesso al programma, entro 30 giorni, si sarà contattati dai soggetti attuatori”. “Chi non spenderà entro il mese i soldi con la card li perderà” perché il reddito di cittadinanza “è una misura che deve iniettare nell’economia i miliardi che stanziamo, pensiamo che i nuclei che li riceveranno saranno motore per l’economia e la crescita economica“. Sottolineando che si aiutano “persone che lo meritano perché sono state massacrate dai precedenti governi” ma il reddito è anche strumento “per aiutare commercianti e piccoli negozi”.

Quindi Di Maio ha parlato anche degli sgravi fiscali per le imprese: “Sono previsti incentivi per le imprese che assumono i beneficiari del reddito di cittadinanza. Un’impresa che assume chi prende il reddito di cittadinanza arriva fino a 18 mesi di sgravi fiscali. Se chi prende il reddito decide di aprire un’azienda riconosciamo fino a 16 mesi di assegno per avviarla. Perché questa misura serve anche a stimolare l’autoimpiego e ad abbassare il costo del lavoro, su cui c’è tanto da fare”.

Infine ha confermato l’istituzione delle “pensioni di cittadinanza”: “Ci sono le pensioni di cittadinanza che stanno aspettando tanti pensionati che vanno alla mensa dei poveri. Ci saranno 780 euro se il pensionato vive da solo e per un nucleo fino a 1032 euro di pensione di cittadinanza”. Stando alle bozze, sale l’età per beneficiare della pensione di cittadinanza. Sia nel testo sia nella relazione tecnica che accompagna la parte del provvedimento dedicata al reddito di cittadinanza si legge che il beneficio andrà ai nuclei “composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni” mentre nelle prime bozze si indicavano i nuclei di over 65. E ha aggiunto, ci sarà una “integrazione” per “255mila nuclei familiari” con persone con disabilità. 

Quota 100, riscatto della laurea e anticipo Tfr per gli statali
Salvini ha esordito attaccando i predecessori: “Dedico questa decina di paginette alla signora Fornero, la signora piangente, e al signor Monti, non se ne fanno ancora una ragione…io conto di fare il ministro ancora a lungo”. Quindi, dopo aver esultato per “i soldi veri stanziati”, ha detto che ci sarà “subito la liquidazione per il settore pubblico, 30 mila euro cash”: “L’anticipo del Tfr per gli statali al momento arriva fino a 30mila euro, ma siamo un governo di ottimisti, c’è un percorso parlamentare e nessuno esclude che la già soddisfacente cifra possa salire 40-45mila euro, questo è l’obiettivo che ci siamo dati”. Mentre su quota 100, ha ribadito, “non c’è nessuna penalizzazione e nessun taglio, sarà una libertà di scelta”. E ha detto qual è l’obiettivo: “62 anni e 38 anni di versamenti senza penalizzazione ed è solo il punto di partenza, l’obiettivo è quota 41. La Fornero si prepari a piangere ancora”. Quindi rispondendo alle domande: “E’ un passaggio storico e ovviamente essendo una possibilità di scelta su quota 100 abbiamo fatto stime: se ci saranno meno persone che per loro ragionamenti, faranno domanda, i soldi che avanzeranno saranno reinvestiti in taglio delle tasse, se ci saranno possibilità maggiori i soldi ci sono. Posso garantirlo. Non ci sarà un avente diritto che si sentirà negare il diritto alla pensione”. Per quanto riguarda quota 100, per gli statali la bozza dispone che chi ha raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre 2018 vedrà la pensione dal primo luglio 2019. L’indennità di fine servizio sarà erogata solo “al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione della stessa”. Per le modalità di erogazione “senza oneri a carico della finanza pubblica” servirà poi un decreto del consiglio dei ministri su proposta del ministro della Pa di concerto con Tesoro e Ministero del Lavoro.

Salvini ha anche parlato delle novità sul riscatto della laurea: “Con la pace contributiva arriva la possibilità di riscattare su richiesta periodi di buco contributivo per massimo cinque anni e riscattare la laurea a condizioni agevolate fino a 45 anni. Io ci starei dentro per poco, ma non avendo la laurea non posso riscattare”.

Nella bozza circolata, è presente anche una clausola ‘salva-spesa’ anche per evitare sforamenti per l’uscita anticipata con quota 100. Secondo quanto si legge è previsto un monitoraggio bimestrale dell’Inps che, “nel caso in cui emergano scostamenti, anche in via prospettica”, fa scattare i tagli ai ministeri competenti (in questo caso al ministero del Lavoro) e, quando non sufficienti, altre misure correttive come previsto dalla riforma del Bilancio dello Stato.

Quindi il vicepremier della Lega, ha chiuso: “Sugli effetti non diamo numeri, ma mettendo insieme gli italiani difesi, tutelati da reddito, quota 100, flat tax e pace fiscale parliamo di dieci milioni di italiani. Dieci milioni che avranno un vantaggio, un aiuto, un sostegno. E fra un anno vediamo se avrò ragione io o la Fornero, io un’idea ce l’ho”,

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