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Banche, Mps perde il 10% in Borsa dopo la richiesta Bce di azzerare i crediti deteriorati entro il 2026

Secondo gli analisti l'impatto complessivo della svalutazione dei nuovi flussi di npl e dello stock in essere potrebbe arrivare a 8,7 miliardi di euro. Nella lettera dell'Eurotower, resa nota venerdì sera dall'istituto stesso, viene chiesto anche di "migliorare la redditività, inferiore agli obiettivi di Piano, e la posizione patrimoniale"
Banche, Mps perde il 10% in Borsa dopo la richiesta Bce di azzerare i crediti deteriorati entro il 2026
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“C’è il problema Carige e avremo nelle prossime settimane un problema Mps? Forse sì. Siccome siamo al governo non possiamo chiudere gli occhi sui problemi del credito e far finta di nulla”. Domenica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti aveva commentato così la situazione dell’istituto senese dopo che venerdì, a mercati chiusi, la banca ha reso noto di aver ricevuto dalla Bce una lettera con la bozza della decisione dell’Eurotower sui requisiti patrimoniali. Bozza in cui vengono evidenziate criticità rispetto “alla capacità di conseguire gli obiettivi del piano di ristrutturazione” e alla banca ora controllata dal Tesoro viene chiesto di “implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018”. Lunedì a Piazza Affari il titolo ha ceduto il 10% chiudendo a 1,35 euro, non lontana dal minimo storico di 1,33.

Secondo gli analisti di Banca Akros l’impatto complessivo potenziale della svalutazione dei nuovi flussi di npl e dello stock di crediti deteriorati in essere lo scorso marzo potrebbe arrivare a 8,7 miliardi di euro. Anche per Equita l’indicazione arrivata dalla Bce è che Mps “debba azzerare” entro il 2026, il valore dei crediti deteriorati non garantiti dopo 2 anni e quelli garantiti dopo 7 anni. “La notizia è negativa per Mps”, scrivono gli analisti, “in quanto aumenta la pressione sui ratio di vigilanza anche se crediamo che l’impatto sia, con ipotesi ragionevoli, tutto sommato ancora gestibile” perché “è ragionevole ipotizzare” una copertura al 70% per i crediti garantiti e al 90% per quelli non garantiti “per tener conto dei recuperi effettuati tramite work-out e cessioni”.

Nella lettera la Bce chiede anche di “migliorare la redditività, inferiore agli obiettivi di Piano, e la posizione patrimoniale, indebolita dall’impossibilità di emettere la seconda tranche di obbligazioni T2 entro la fine del 2018 e dagli impatti diretti e indiretti della dinamica dello spread Btp-Bund, soprattutto considerando la significativa esposizione di Mps al debito sovrano italiano”. Inoltre, spiegava il comunicato di Rocca Salimbeni, “la bozza di lettera mette in evidenza le significative sfide poste dal piano di ristrutturazione sul lato del funding e sulla capacità di Mps di attuare con successo la propria strategia di raccolta, viste le turbolenze che si stanno verificando nei mercati italiani”.

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