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Bolzano, due indagati per la morte della bimba di 8 anni sullo slittino. Polemiche per il cartello scritto solo in tedesco

Indagati per omicidio colposo la madre della bambina Renata Dyakowska di 38 anni, che al momento è ricoverata in gravissime condizioni, e un responsabile della società che gestisce il comprensorio sciistico del Corno del Renon
Bolzano, due indagati per la morte della bimba di 8 anni sullo slittino. Polemiche per il cartello scritto solo in tedesco
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La Procura di Bolzano ha indagato due persone per la morte della bambina di 8 anni coinvolta venerdì in un incidente con lo slittino su una pista del Corno del Renon. Nel registro degli indagati sono stati iscritti la madre della bambina Renata Dyakowska di 38 anni, che al momento è ricoverata in gravissime condizioni, e un responsabile della società che gestisce il comprensorio sciistico del Corno del Renon. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo: spetterà ora ai magistrati chiarire le cause ed eventuali responsabilità dell’incidente mortale . La pista nera “Schwarzsee 2” su cui è avvenuto l’incidente è stata posta sotto sequestro ed è stato effettuato un sopralluogo dal pm di turno, Luisa Mosna.

Mamma e figlia avevano noleggiato una slitta, ma invece di scendere alla stazione intermedia della cabinovia e prendere la pista per gli slittini, sono salite a monte. Per ridiscendere hanno imboccato così, forse per errore, la ripidissima pista nera “Schwarzsee 2”: a bambina si trovava in braccio alla madre: la piccola è morta sul colpo, la donna è stata trasportata all’ospedale con un politrauma. Madre e figlia infatti, non avrebbero dovuto trovarsi sulla cima del Renon, dove ci sono solo due piste di discesa, una rossa e una nera, entrambe vietate agli slittini come indicato nel cartello di divieto posto all’inizio della pista. Anche se scritto solo in tedesco, vi è ben visibile il simbolo di divieto con il disegno di una slitta.

Proprio questo cartello in sola lingua tedesca ha suscitato polemiche: il cartello verticale esplicativo con solo il simbolo di divieto alle slitte in grande si trova infatti solo più un basso, a circa cento metri sotto, a discesa già iniziata. La pista però, ha una pendenza del 40% e inizia subito con un muro: avendo preso molta velocità proprio in questo tratto, madre e figlia non sono riuscite a controllare lo slittino e frenare in tempo per una curva. Così sono finite fuori pista e si sono schiantate contro un albero. 

“La rimozione sui sentieri di montagna da parte dei gestori e ora anche sulle piste da sci di indicazioni fondamentali in italiano ora si può capire a quali tragedie possa portare”, ha detto il consigliere provinciale Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore Fratelli d’Italia). “Ci aspettiamo pertanto che cambi radicalmente l’approccio verso il tema del rispetto della lingua italiana con la nuova giunta. La toponomastica è una branca di questo tema: ci si può perdere se non si trovano le indicazioni nella propria lingua. Si può rischiare o perdere la vita se le avvertenze sulla pericolosità di un luogo sono solo in lingua tedesca”, scrive Urzì che parla di “responsabili morali”. “E’ paradossale che, con tutti i turisti italiani che frequentano le piste altoatesine, si pensi sia sufficiente apporre dei cartelli solo in lingua tedesca”, ha osservato il consigliere comunale di Bolzano Claudio Della Ratta (Pd).

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