Quante volte, da bambini, giocando ai poliziotti, abbiamo fatto finta di comunicare tramite i walkie-talkie? Eppure, le ricetrasmittenti non sono un giocattolo, ma un importante strumento per tutti i servizi di emergenza e pronto intervento. Vengono usate anche in ambito civile, ad esempio dagli operatori dei magazzini, o in quello militare, come nel caso del personale di terra dell’aviazione.

I messaggi vocali istantanei sono cruciali in tantissimi contesti in cui gli smartphone non sono appropriati, perché ad esempio chi parla non può rischiare di restare senza batteria, o non sempre possono essere nelle condizioni di utilizzare uno schermo touch.

Le attuali ricetrasmittenti basate sull’uso di reti radio standard iniziano però a non essere più adeguate alle esigenze di operatività degli scenari contemporanei. Il motivo primario è la scarsa sicurezza dovuta alla facilità di intercettarne le trasmissioni. Per questo, nell’ambito del progetto EU 2020, l’Unione europea ha finanziato gli studi di alcuni ricercatori finlandesi, per lo sviluppo di un dispositivo ricetrasmittente che utilizzi le connessioni a banda larga (4G), ma sia in grado di continuare a comunicare anche nel caso in cui le reti commerciali non siano attive.

L’azienda finlandese AINA Wireless produrrà un nuovo dispositivo chiamato IPCOM (Next generation IP-based smart Push-to-Talk Communication Device for public security, ovvero dispositivo di comunicazione intelligente di tipo push-to-talk di tipo IP per la sicurezza pubblica). L’aspetto è quello di un walkie-talkie tradizionale, ma l’IPCOM è in grado di agganciarsi automaticamente e passare da reti LTE a WiFi a seconda della disponibilità. Consente di salvare ‎in tempo reale sul cloud registrazioni video, oltre a usare comunicazioni protette da cifratura, offrire un sistema di geolocalizzazione e permettere l’invio automatico di diversi codici di emergenza.

Molte nazioni europee stanno già valutando di abbandonare i tradizionali sistemi di comunicazione basati sulle reti radio standard in favore di quelle a banda larga, almeno per quanto riguarda i servizi di emergenza e di servizio pubblico. La prima nazione al mondo a realizzare nei prossimi anni un’infrastruttura a banda larga per i propri servizi di emergenza sarà il Regno Unito, che su questo progetto investirà 1,2 miliardi di sterline.

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