“Gentili passeggeri, il comandante vi dà il benvenuto a bordo, dopo 45 minuti di training grazie ai quali ho imparato a pilotare questo aeromobile”. Immaginandomi la scena successiva, vedo i passeggeri darsela a gambe. Invece sappiate che è davvero possibile far pilotare un elicottero vero a chi non ha mai guidato altro che la propria auto, dopo 45 minuti di addestramento. L’elicottero è un modello Sikorsky S-76B da oltre 5.000 chilogrammi, capace di trasportare fino a 6 passeggeri a un’altitudine di 15.000 piedi.

Vi state chiedendo dove stia il trucco? Non c’è: Matrix Technology è un programma ideato da Sikorsky che permette di minimizzare, in alcuni casi addirittura di eliminare, il ruolo del pilota umano nella guida degli aeromobili ad ala rotante – gli elicotteri appunto. Immaginatelo un po’ come il computer di bordo delle auto a guida autonoma: una tecnologia di assistenza alla guida, che adeguatamente evoluta può prendere il posto dell’autista umano. In questo caso cambia il tipo di veicolo, ma l’idea è la stessa: rendere il mezzo più facile da guidare, o meglio da pilotare. In prospettiva futura, l’obiettivo è fare che il computer assuma il controllo del velivolo.

 

Foto: DARPA

 

Non sorprende il fatto che la tecnologia abbia origini militari: fa parte del programma Alias di DARPA (Defense Advanced Reaserch Projects Agency, agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa), che è l’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare. L’esperienza insegna che spesso le tecnologie nate in ambito militare si rivelino utili in ambito civile (vedi per esempio il GPS). Fate quindi uno sforzo di fantasia e immaginate il giorno in cui chiunque potrà pilotare un elicottero, o il pilota non servirà del tutto.

La prova generale che ha dimostrato il potenziale di Matrix Technology si è tenuta a Fort Eustis, in Virginia, davanti a una folla incredula che ha visto il Sikorsky S-76B sollevarsi in volo, virare per schivare un altro velivolo, quindi atterrare in modo sicuro. Nulla di straordinario, se non fosse appunto che il “pilota” aveva alle spalle solo 45 minuti di addestramento.

 

Il trucco, se così lo vogliamo chiamare, è che il Sikorsky S-76B era controllato tramite un tablet che permetteva ai piloti di volare usando gesti e movimenti familiari, come se stessero giocando con un simulatore di volo o se stessero pilotando un drone. Chi si è sottoposto all’addestramento, quindi, non ha dovuto prendere dimestichezza con pedali e cloche, ma con un tablet e un paio di controller simili ai joystick, chiamati interceptor.

Decollo, destinazione, virate, salite e discese vengono controllate dall’algoritmo, ossia dal programma, di modo che il pilota non debba interagire con i complessi controlli manuali. Non solo, Igor Cherepinsky, responsabile di Sikorsky per questa iniziativa, spiega che nella simulazione c’erano esseri umani a bordo, ma lo stesso sistema potrebbe funzionare con la stessa efficienza tramite una sorta di telecomando. Il pilota, insomma, potrebbe stare a terra o in un centro di controllo remoto, e tramite il tablet supervisionare il volo. Un’opportunità utile non solo in scenari bellici ma anche di protezione civile.

Non solo, impiegando questa tecnologia si potrebbero mettere in circolazione taxi aerei completamente autonomi. Basterebbe salire a bordo, premere un pulsante e dire al computer “portami qui” per decollare e arrivare a destinazione. Prima che facciate voli pindarici con la fantasia, è bene precisare che potrebbero volerci anni per avere velivoli completamente autonomi. Però ammettetelo: la prospettiva è molto allettante!

Articolo Precedente

E-book, non solo Amazon: le alternative per l’autopubblicazione

next
Articolo Successivo

FlexPai è il primo smartphone flessibile in commercio. Costa più di mille euro, ripiegato offre 3 schermi

next