Si scrive “realpolitik”, si legge “ipocrisia”. Nessuno scandalo, solo la dimostrazione plastica del modo in cui anche gli argomenti più delicati, come la lotta al terrorismo, vengano utilizzati per fare propaganda politica e piegati alla bisogna. Anche da chi, come il ministro dell’Interno Matteo Salvini, dovrebbe occuparsi principalmente della sicurezza del Paese. Mettiamo in fila tre fatti.

5 giugno 2017 – “Il Qatar fiancheggia i terroristi” – “Nel giorno in cui perfino l’Arabia Saudita sospende le relazioni con il Qatar perché fiancheggia i terroristi, noi vogliamo sapere in tutta Italia chi dà i soldi e per fare cosa”, spiegava Matteo Salvini il 5 giugno 2017, giorno in cui Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto e Bahrein annunciavano la fine dei rapporti diplomatici con il Qatar, come strumento nella lotta alle organizzazioni terroristiche internazionali.

14 marzo 2018 – Il contratto con Finmeccanica – Il 14 marzo 2018 il ministro della Difesa del Qatar firma con Leonardo Finmeccanica un contratto da 3 miliardi per la fornitura di elicotteri destinati ad ampliare la flotta militare dell’emirato.

30 ottobre 2018 – “Nessun estremismo islamico” – “Il Qatar si sta distinguendo per un certo equilibrio rispetto agli estremismi mostrati in questi giorni da Paesi, per esempio l’Arabia Saudita”, spiega il 30 ottobre 2018 il ministro dell’Interno in diretta Facebook dall’emirato, dove ha incontrato l’emiro Al Thani. “Vi dico – aggiunge – che ho trovato un Paese stabile e sicuro dove l’estremismo islamico non ha futuro. In più da qua passano milioni di posti di lavoro per gli italiani”. Perché in Qatar, ha proseguito il vicepremier “ci sono tante opportunità per le imprese italiane. Abbiamo visitato una stazione della metropolitana enorme fatta da imprese italiane, ma ci sono anche prodotti agricoli italiani che arrivano qua, c’è tanta voglia di investire fondi quatarini in imprese italiane, dalla moda all’alimentare al bello, non snaturando le aziende, perché qui il made in Italy è amato“.

Qui in Qatar ho trovato un Paese che cresce, che accoglie, che ha voglia di lavorare con l'Italia. Ci sono tante…

Pubblicato da Matteo Salvini su Martedì 30 ottobre 2018

Tout est pardonné – Il passato e le accuse di alimentare il terrorismo sul territorio italiano, tutto è dimenticato. Ad esempio, resta a languire alla Camera un ddl presentato il 5 agosto 2016 dall’onorevole leghista Guido Guidesi recante “Disposizioni concernenti il finanziamento e la realizzazione di edifici destinati all’esercizio dei culti ammessi”. Il testo mette nel mirino la “Qatar charity foundation, che nel suo core business ha proprio l’obiettivo di finanziare la creazione di luoghi di culto in Italia e in Europa, destini in media al nostro Paese circa sei milioni di euro”.

“Basta finanziamenti dai Paesi arabi per finanziare la costruzione di nuove moschee. Arrivano in Italia 18 milioni all’anno da Turchia, Qatar e Arabia Saudita: soldi che nessuno può garantire non siano utilizzati per favorire lo sviluppo del terrorismo“, assicurava Salvini quel giorno presentando la proposta di legge in Parlamento. Che era “l’unica legge depositata in Parlamento che regolamenterà la pericolosa radicalizzazione dell’Islam sui nostri territori”, concludeva.

Il provvedimento non ha mai visto la luce: era stato assegnato il 23 settembre 2016, come riporta Openpolis, e mai discusso. Nei giorni scorsi il ddl è stata riesumato senza motivo apparente da un quotidiano che fa della critica all’Islam uno dei suoi principali argomenti in un articolo dal titolo “Basta finanziamenti dall’estero. Così Salvini blocca le moschee“, come fosse un provvedimento presentato di fresco. Alla luce delle parole del vicepremier sul bengodi qatarino, è poco probabile possa essere riesumato a breve.

Contesto – Il Qatar ha solidi rapporti economici con la Russia, cui Salvini e la Lega sono molto vicini, dalla quale compra aerei di guerra e sistemi missilistici.

Tutto torna.

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Audiweb 2.0, la classifica di agosto 2018: ilfattoquotidiano.it è terzo tra i quotidiani e quinto in assoluto

next