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Difesa, rientro di 100 militari italiani dall’Afghanistan e 50 dall’Iraq. “Potenzieremo la missione in Niger”

Secondo quanto appreso dall'Ansa, nel decreto missioni che il ministro Trenta porterà nei prossimi giorni al Consiglio Dei Ministri c'è una parte relativa al rientro delle truppe dalle due missioni internazionali: "Allo stesso tempo, il ministro è riuscito a sbloccare la missione in Niger, fondamentale per noi al fine di controllare i flussi migratori"
Difesa, rientro di 100 militari italiani dall’Afghanistan e 50 dall’Iraq. “Potenzieremo la missione in Niger”
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Ritiro graduale dei militari italiani da Iraq e Afghanistan a partire dalla fine di ottobre. Secondo quanto appreso dall’Ansa, nel decreto missioni che il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, porterà nei prossimi giorni al Consiglio Dei Ministri per l’approvazione c’è una parte relativa al rientro delle truppe dalle due missioni internazionali: 100 uomini torneranno a casa dall’Afghanistan al completamento del processo elettorale, quindi “entro il 31 ottobre”, mentre altri 50 lasceranno la missione Praesidum alla diga di Mosul, in Iraq, resasi necessaria per proteggere la struttura dall’avanzata dello Stato Islamico nel Paese, per lavorare a “una chiusura completa della missione nel primo trimestre del 2019”.

“È un cambio di passo importante – hanno spiegato all’Ansa fonti della Difesa -, in linea con i nuovi interessi strategici del Paese. Non a caso, allo stesso tempo, il ministro recentemente è riuscito a sbloccare la missione in Niger, una missione per noi fondamentale al fine di controllare i flussi migratori verso l’Italia”. Il provvedimento, quindi, non prevede necessariamente una diminuzione del numero assoluto di militari impegnati all’estero, ma indica la volontà del governo di continuare il ritiro dai due Paesi ancora oggi instabili per concentrare le forze nell’Africa sub-sahariana, dove la missione italiana in Niger avrebbe dovuto coinvolgere fino a 120 militari nei primi sei mesi dell’anno, fino a un massimo di 470 entro la fine del 2018. Allo stato attuale, però, i militari sul posto sono una quarantina.

“La riduzione dei 100 uomini in Afghanistan rientra nel graduale disimpegno voluto dal ministro – hanno aggiunto le fonti citate dall’agenzia – Considerato l’imminente processo elettorale, abbiamo tuttavia agito con responsabilità anche verso gli alleati. Nel 2019 si procederà a ulteriori riduzioni, mantenendo sempre la capacità operativa della missione. Continueremo, all’interno della missione Nato, ad addestrare e formare le forze irachene, ma su Praesidium, a Mosul, non troviamo più la necessità di mantenere un contingente. La riduzione dei 50 serve ad avviare un processo di chiusura della missione che sarà completato entro i primi tre mesi del 2019″.

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