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Ultimo aggiornamento: 19:13 del 30 Settembre 2018

Pd in piazza, Zingaretti: “Basta parlar male dei nostri colleghi”. Delrio: “Candidarmi al congresso? Non mi convinceranno”

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Un’opposizione dura e forte per contrastare il governo M5s-Lega. Con questo obiettivo il Pd è sceso in Piazza a Roma. Ma per politiche alternative da proporre servono anche uomini e donne pronte a candidasi alla segreteria dem e a pochi mesi dal congresso in campo c’è solo Nicola Zingaretti, che arrivando in Piazza del Popolo chiarisce: “Una delle grandi novità che dobbiamo introdurre è smetterla per quanto mi riguarda di andare in tv o sui giornali a parlar male dei nostri colleghi. C’è bisogno di un nuova nuova era, che richiede uno spirito nuovo. Dobbiamo organizzarci, perché senza un PD forte l’Italia rischia di cadere nel declino, ma il PD deve cambiare e rinnovarsi”. La piazza del chiede unità ed accoglie calorosamente Carlo Calenda, ma lui si schernisce: “Io leader? No, semplice militante che non è stato in grado neppure di organizzare una cena, la prossima volta organizzerò un barbecue” ironizza l’ex Ministro dello Sviluppo Economico.

Intanto ospite di una diretta tv nel retro palco di Piazza del Popolo in staffetta con Zingaretti, Graziano Delrio ribadisce che lui nella partita per il Congresso, nonostante il pressing di Renzi, non ci sarà: “Sapete già la risposta, no, non mi candido”. E Matteo Renzi, che si ferma con i giornalisti nel retro placo, prima dell’intervento di Maurizio Martina, dapprima risponde sulle polemiche del manifesto che l’ex segretario ha firmato assieme a Macron, Muscat Rivera e Guy Verhofstadt contro la ‘minaccia sovranità’: “Dall’altra parte c’è la Le Pen, Orban e Salvini, contro questa destra credo importante tenere tutti insieme da Tsipras a Macron” e poi sulla mancanza di un candidato renziano, preferisce polemizzare: “Chi è venuto a vedermi alle feste dell’Unità ha visto che era pieno, dentro il Pd sono semplice chi vince deve avere il sostegno anche di chi ha perso”. Ma il suo candidato, con il senatore che non correrà, ancora manca

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