La prima volta era accaduto lo scorso 5 agosto e lo ha ribadito ancora martedì sera, a Porta a Porta. “Dal mio punto di vista i benefici con la Tap sono superiori ai costi, però ci sono tecnici al lavoro. Per me è positivo che le famiglie risparmino il 10% sui costi dell’energia. Se si abbattono degli alberi, poi verranno ripiantati da un’altra parte… Su tutte le grandi opere faremo un’analisi di costi e benefici. Non conosco un Paese che decresce ed è felice”, ha detto Matteo Salvini, che la scorsa settimana ha incontrato l’ambasciatore di Tap, Tony Blair, sposando le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che in visita alla Casa Bianca definì Tap “un’opera strategica”.

Allo stesso tempo, però, sono giunti nelle mani dei Comitati No Tap negli scorsi giorni gli atti chiesti a ben 4 ministeri. E, denunciano gli oppositori del gasdotto che collegherà Arzerbaijan e Italia approdando a Melendugno, in provincia di Lecce, di quelle esternazioni del vicepremier non c’è traccia. Il Viminale, spiegano i comitati, “dichiara esplicitamente per firma del suo vicecapo di Gabinetto Vicario” spiega che “si tratta di esternazioni meramente politiche“. Non c’è traccia, insomma, di analisi costi-benefici in grado di sostanziare le dichiarazioni del ministro dell’Interno.  Secondo i movimenti NoTap, nessuno dei ministeri da loro interpellati (“eccetto il Mise presieduto da Di Maio che non ha risposto nonostante la richiesta ufficiale”) “possiede dati per l’analisi costi-benefici” dell’infrastruttura.

Penali, contratti e costi per la rinuncia – dicono – sono soltanto menzogne mediatiche per prendere tempo o, peggio ancora, per favorire Tap?”, scrivono su Facebook il Movimento No Tap, Comitato NoTap Salento, Movimento NoTap della Provincia di Brindisi, le associazioni ‘Terra mia’, ‘Salento Km0’ e ‘Bianca Guidetti Serra’, e i professori Graziano Petrachi e Michele Carducci, costituzionalista dell’Università del Salento che un mese fa ha aiutato i comitati a formulare la richiesta di accesso agli atti ai ministeri è stata fatta un mese fa. “Nonostante un’estate scandita da dichiarazioni governative e notizie di stampa – scrivono dopo aver ricevuto le risposte – sui ‘vantaggi’ dell’opera, i ‘costi’ del suo abbandono, la ‘seria analisi costi-benefici’, i ‘risparmi di bolletta’ con la sua messa in servizio, gli uffici dei ministri hanno smentito i loro titolari“.

In particolare, la Farnesina, interpellata dopo il viaggio di Moavero Milanesi in Azerbaijan per confermare la ‘strategicità’ dell’opera, “ha comunicato – rilevano i No Tap – di non disporre di nulla e di rimettere tutto al ministero dello Sviluppo Economico”. Quest’ultimo “ha preferito tacere (per cui è stata promossa una nuova istanza di riesame al responsabile anticorruzione del Ministero)”. E mentre il vicecapo di gabinetto vicario del Viminale non supporta le esternazioni di Salvini, sottolineano i Comitati, le dichiarazioni del ministro per il Sud, Barbara Lezzi, “che alle contestazioni dei suoi elettori salentini aveva dichiarato più volte di aver letto le carte sui costi-benefici, non trova sponda nelle risposte del suo capo di Gabinetto” per questo spiegano “ora ci si è rivolti al ministro Toninelli“.

Negli scorsi giorni, Di Maio aveva ribadito che il “M5s era e resta NoTap”. Il giorno seguente, anche la ministra del Sud aveva ribadito la sua contrarietà all’opera. Mentre martedì, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aveva spiegato che “personalmente” si augura che i lavori possano sbloccarsi. Mentre Toninelli, ancora a Porta a Porta, ha detto che “il dossier è sul tavolo del premier, poi discuteremo collegialmente“. Venerdì, potrebbe spettare proprio al vicepremier chiarire in un confronto con i NoTap qual è la linea del governo. Il vicepremier sarà infatti a Lecce per un incontro organizzato dalla Cgil e diversi sindaci salentini, oltre ai movimenti, hanno chiesto un faccia a faccia. Al momento, spiegano i media locali, non hanno ottenuto una risposta.

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