Quasi 840 manifestanti sono stati fermati dalla polizia russa in diverse città del Paese mentre protestavano in piazza contro la riforma delle pensioni che aumenterà l’età pensionabile. Secondo l’ong OVD-Info, le città dove sono state fermate il maggior numero di persone sarebbero Ekaterinburg, negli Urali, e Omsk, in Siberia. Le proteste, organizzate dall’oppositore al governo di Vladimir Putin, Alexiei Navalny, che sta scontando una condanna di trenta giorni di carcere per aver organizzato una manifestazione non autorizzata, non hanno risparmiato la capitale: secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, solo in piazza Pushkin, a Mosca, si sono radunate circa 2.000 persone, esponendo striscioni e scandendo lo slogan “Putin è un ladro”. Ma le proteste e i fermi si sono registrati anche a Krasnodar, San Pietroburgo, Tver, Ufa, Khabarovsk, Tomsk, Novosibirsk e Celyabinsk.
Ma Navalny, nonostante la detenzione, arringa la folla attraverso il suo staff sui social: “Per 18 anni Putin e il suo governo si sono serviti del budget, dilapidandolo per progetti senza senso. Ora non ci sono più soldi e sono arrivati a toccare le pensioni per sbarcare il lunario”, si legge.
Vladimir Putin era cosciente dell’impopolarità di questa riforma che lui stesso ha definito “inevitabile”. Sì, perché nel Paese si va in pensione prima che in tutti gli altri Paesi dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: a 60 anni gli uomini e a 55 le donne. Ma l’aumento dell’età media e il calo demografico hanno costretto il governo ad aumentare il tetto minimo per la pensione.
Provvedimento che potrebbe avere ricadute già sui risultati delle elezioni regionali e locali, tra cui quelle della città di Mosca, per le quali i russi stanno votando questa domenica, e sulla popolarità del Presidente russo che aveva già subito un netto calo da inizio anno. Il voto per eleggere il Sindaco della capitale russa non dovrebbe comunque presentare sorprese, con la rielezione dell’attuale primo cittadino e uomo del Cremlino, Serjey Sobyanin, anche per la mancanza di un vero leader forte dell’opposizione.
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