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FqMillenniuM, il report delle banche d’affari: “Italia a rischio affondamento come un Titanic”

Il nuovo numero è disponibile dal 4 agosto e mette in guardia sulla possibilità che una nuova crisi investa il Paese. Nei report di Citi, Barclays e Credit Suisse, accanto all'incertezza dovuta al nuovo governo “anti-establishment” M5s-Lega, si sottolineano i mali strutturali della nostra economia, che potrebbero contribuire ad aggravare l'eventuale scoppio di una nuova crisi
FqMillenniuM, il report delle banche d’affari: “Italia a rischio affondamento come un Titanic”
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“Gli investitori dovrebbero tenere a mente che nell’affondamento del Titanic la sorte dei passeggeri di prima classe non fu molto diversa da quella di chi viaggiava in terza”. È l’avvertimento contenuto in un report riservato sulla situazione politico-economica italiana redatto da Citi, uno dei maggiori gruppi bancari mondiali, basato negli Usa. Il report, rivolto agli investitori che operano sul nostro mercato finanziario, paragona l’Italia giallo-verde al transatlantico naufragato, paventando il rischio di un nuovo affondamento: complice la bassa crescita degli ultimi anni, “l’Italia non si trova in una posizione migliore rispetto al settembre 2011, quando era al culmine della crisi che portò alla destituzione di Silvio Berlusconi“, si legge ancora nel rapporto che Fq MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez in edicola da sabato scorso, ha potuto consultare insieme ad analoghi documenti riservati di Credit Suisse e della britannica Barclays.

Accanto all’incertezza dovuta al nuovo governo “anti-establishment” M5s-Lega (il rapporto è datato 3 luglio), Citi sottolinea i mali strutturali della nostra economia, che potrebbero contribuire ad aggravare l’eventuale scoppio di una nuova crisi: l’Italia “è un miscuglio fortemente sbilanciato di debito pubblico (altissimo), ricchezza privata (molto elevata) e bassa capitalizzazione di mercato”. A questo si aggiungono gli squilibri fra il Nord delle “eccellenze” e il Sud che ha il record del “sottosviluppo” nell’Eurozona.

L’antieuropeismo è un altro tema che preoccupa i mercati: “Crediamo – si legge nel report di Credit Suisse datato 6 luglio – che la nomina di due parlamentari notoriamente su posizioni euroscettiche e anti-euro alla presidenza delle commissioni economiche del Senato e della Camera (Alberto Bagnai e Claudio Borghi, ndr) abbia determinato il rialzo dello spread a giugno”.

I report distinguono però tra le “sparate” dei leader politici della nuova maggioranza e gli atti concreti. Secondo Barclays (report del 29 giugno), Lega e M5s alla fine “adotteranno un approccio pragmatico rispetto ai vincoli europei e di finanza pubblica del Paese, dato che entrambe possono trarre beneficio dal restare al governo anziché tentare di andare a elezioni anticipate“. A questo proposito, Citi nota maliziosamente che i provvedimenti economici più controversi sono scomparsi dall’agenda: “Vale la pena notare che finora il focus principale del governo è stato sull’emergenza migranti e non sui punti chiave del programma di governo quali la flat tax e il reddito di cittadinanza“.

Nei loro consigli agli investitori le banche si sbilanciano in previsioni sulla tenuta del governo Conte. È ancora Citi a citare come fattore di stabilità i “voltagabbana” del Parlamento, ricordando che nella precedente legislatura “più di 300 parlamentari “hanno cambiato idea” spostando la loro collocazione dal partito che li aveva eletti verso altre formazioni e risultando spesso determinanti nel dare supporto al governo in carica”.

HANNO SCRITTO SU QUESTO NUMERO: Massimo A. Alberizzi, Fabrizio d’Esposito, Peter Gomez, Luca Mercalli, Renata Molho, Antonio Padellaro, Tim Parks, Valentina Petrini, Ferruccio Sansa, Marco Travaglio, Alberto Vannucci

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