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Estate a Ostia, quando ‘Roma Capoccia’ parte di capoccia…

Estate a Ostia, quando ‘Roma Capoccia’ parte di capoccia…
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Se l’obiettivo era quello di far incazzare più gente possibile, la campagna radiofonica in onda nel circuito della Metropolitana, con cui il Comune di Roma sta annunciando l’Estate Romana a Ostia, l’ha centrato in pieno. Con una capocciata.

Lo speaker (l’attore Fabio Avaro) recita: «Quest’anno l’Estate romana si svolge anche al mare di Roma: mostre di pittura, musica, artisti di strada, spettacoli per bambini, rassegne, sport e fitness, auto d’epoca e tanto altro ancora». Un secondo speaker lo interrompe: «Sì ma sbrigate, c’avemo 30 secondi, falla meijo». Avaro ribatte: «Ma che vòi? Oh, mò t’a dò ‘na capocciata». E l’altro bisbiglia imbarazzato: «Ma che… no, ‘na capocciata a Ostia?» E come se non bastasse, si conclude tornando ancora maldestramente sull’argomento: «Maggiori informazioni sul sito del X Municipio. Ostia, un’estate senza testate… mejo che je lo spiego sennò capiscono male». Sì, meglio spiegare, con tutti i capoccioni che ci sono in giro non si sa mai.

Ed è subito divampata la polemica. Giuliana Di Pillo, presidente del X Municipio, ha cercato di pararla dichiarando: «Con questo spot che promuove le iniziative, come da bando, approntate per l’estate del Municipio X, non avevamo alcuna intenzione di sminuire un episodio gravissimo verificatosi sul nostro territorio, né tanto meno quanto subito dalla vittima dell’aggressione, piuttosto ribaltare l’immagine negativa emersa a livello nazionale e mettere in evidenza quanto di buono si sta tentando di fare da parte di questa Amministrazione; di quanto impegno ogni giorno mettiamo per rilanciare il nome di Ostia e del suo immenso territorio nel quale risiedono brave persone. Le stesse che meritano di vedere il nome del loro quartiere citato non solo per fatti negativi ma anche per eventi e situazioni positive». Volevate “rovesciare” l’immagine negativa? Non si capisce allora per quale motivo si debba continuare a ricordare un episodio di cronaca che è solo da dimenticare.

Ma la Di Pillo scivola su un’altra buccia di banana, dicendo: «D’altra parte ritengo ancora che le persone oneste e intelligenti, sappiano cogliere il vero spirito di questa iniziativa». Quindi, se non lo cogliete, probabilmente non siete né onesti né intelligenti. E così, in un colpo solo, anzi in una sola capocciata, riesce ad insultare la sua stessa popolazione. Se l’obiettivo di comunicazione era quello di promuovere l’Estate Romana a Ostia, ci si è persi nel gusto della battutaccia maldestra, di berlusconiana memoria. In pubblicità si dovrebbe parlare in modo chiaro e semplice per far sì che nessuno debba sforzarsi di “cogliere” un bel niente. Anche perché, a forza di farlo si diventa coglioni.

Aggiornamento: dopo il coro di proteste e denunce al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, la mini sindaca del X Municipio ha dichiarato stamattina di ritirare la campagna. C’è da chiedersi a cosa serva l’ufficio comunicazione del Comune di Roma se lascia passare senza alcun filtro preventivo campagne e azioni di comunicazione che offendono i cittadini.

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