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Ricatti online, mail spedite a imprenditori e figure istituzionali: “Paga o sveliamo video di te mentre guardi porno”

Dalle pagine del Corriere però arriva un appello di Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia Postale: "Non pagate perché tanto non servirebbe a fermare la minaccia. Stiamo intervenendo con indagini mirate, ma è importante sapere che cedere al ricatto può soltanto aumentare la pressione di questi criminali"
Ricatti online, mail spedite a imprenditori e figure istituzionali: “Paga o sveliamo video di te mentre guardi porno”
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Il ricatto online non è na novità, ma questa volta non si tratta di donne che fanno spogliare uomini che poi riprendono durante chat, ma un vero e proprio piano d’assalto organizzato. Un numero imprecisato di mail sono state spedite in tutta Italia a imprenditori e figure istituzionali per tentare una estorsione: “Paga o sveliamo video di te mentre guardi i porno” il testo della lettere. Dalle pagine del Corriere però arriva un appello di Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia Postale: “Non pagate perché tanto non servirebbe a fermare la minaccia. Stiamo intervenendo con indagini mirate, ma è importante sapere che cedere al ricatto può soltanto aumentare la pressione di questi criminali”.

“L’offerta ‘non negoziabile’ è stata inviata via mail a centinaia di indirizzi. Si tratta di un vero e proprio ricatto a imprenditori, vertici di aziende pubbliche e private, figure istituzionali, professori universitari – si legge nell’articolo del Corriere della Sera-. Per tutti lo stesso messaggio: abbiamo la tua password, siamo pronti a mandare ai tuoi ‘contatti’ mail o social un video mentre guardi un film porno se non verserai 2.900 dollari in bitcoin. In realtà per alcuni la richiesta è arrivata fino a 5.000 dollari, sempre in criptomoneta”. Nell’ultima settimana la polizia postale è stata bersagliata da segnalazioni e denunce secondo quanto riferisce il Corriere della Sera. “L’ipotesi più probabile – chiarisce Ciardi – è che le password siano state rubate grazie alle operazioni di pirateria informatica compiute nei mesi scorsi. Questi ‘pacchetti’ di dati sensibili sono stati poi venduti sul dark web'”.

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