Al di là della retorica da quattro soldi sul “governo del cambiamento” esiste una piena continuità tra i due pessimi Mattei che continuano imperterriti ad amareggiare il presente e pregiudicare il futuro del nostro Paese, Renzi e Salvini, i due flagelli dell’Italia del Terzo Millennio.

Tale continuità è data, in primo luogo, dalla totale accettazione delle politiche neoliberiste su cui veglia oggi il cane da guardia della finanza Tria, rispetto al quale Salvini, nonostante le sue roboanti sparate, assume, come già il Matteo precedente, il ruolo di marionetta al quadrato, cui si accompagnano le marionette al cubo Conte e Di Maio.
In questo quadro le balle dei Cinquestelle sul reddito di cittadinanza, la riforma delle pensioni, la soluzione delle vertenze occupazionali e quant’altro non costituiscono altro che scarsamente pie illusioni, dato che i cordoni della borsa sono sempre strettamente controllati dagli esecutori ciechi delle politiche neoliberiste ed anzi la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente con l’adozione della flat tax e di altre misure volte ad agevolare i ricchi e gli evasori fiscali in genere.

La stessa politica apparentemente più ferma in sede europea, manifestata in questi giorni da Conte, risente totalmente della mancanza di una strategia alternativa e quindi non rappresenta a ben vedere altro che un’espressione della crisi terminale di un’Unione europea che sta implodendo per fatti suoi da tempo, sotto la spinta degli interessi egoistici nazionali e della cieca accettazione dei dogmi neoliberisti funzionali a perpetuare il dominio della finanza.

Mentre miseria e disoccupazione dilagano, i gonzi che, magari speranzosi e in buona fede, hanno votato per Lega e Cinquestelle, potranno sfogare le loro crescenti frustrazioni su chi sta ancora peggio di loro, come i migranti, sui quali il sadico ministro dell’Inferno scocca vigliaccamente ogni giorno i suoi strali. O, se va bene, potranno gioire per l’abolizione dei vitalizi, che porterebbe nelle casse dello Stato la mirabolante somma di quaranta milioni, vale a dire molto meno di quanto viene speso ogni giorno degli armamenti.

L’Italia è nel vicolo cieco da cui potrà uscire solo con la ripresa di un conflitto sociale correttamente rivolto contro i veri responsabili dell’attuale sfracello economico, politico, sociale e culturale e con l’abbandono definitivo dei deleteri dogmi neoliberisti, che vanno al più presto superati su tutto il territorio europeo. Obiettivo è superare l’incubo dei due Mattei e degli altri governi che non fanno altro, da quasi trent’anni, che applicare pedissequamente le politiche neoliberiste che aggravano costantemente le diseguaglianze sociali impedendo la stessa convivenza civile.

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