Una terapia che sfrutta il poliovirus efficace per trattare il cancro al cervello. Il trattamento sviluppato al Duke Cancer Institute (Usa) ha garantito un miglioramento significativo della sopravvivenza a lungo termine nei pazienti con glioblastoma ricorrente, con un tasso di sopravvivenza a tre anni del 21%. Comparativamente, solo il 4% dei pazienti con lo stesso tipo di tumore cerebrali risulta vivo dopo tre anni, quando sottoposti alla terapia standard precedentemente disponibile. I risultati della sperimentazione clinica di fase 1 verranno presentati alla 22a Conferenza internazionale sulla ricerca e terapia del tumore al cervello in Norvegia e pubblicati simultaneamente sul New England Journal of Medicine.

“Il glioblastoma rimane una malattia letale e devastante, nonostante i progressi nelle terapie chirurgiche e nella radioterapia, così come nella chemioterapia e nell’uso di agenti mirati”, afferma Darell Bigner, direttore emerito del The Preston Robert Tisch Brain Tumor Center del Duke e autore senior dello studio. “C’è un enorme bisogno di approcci fondamentalmente diversi. Con i tassi di sopravvivenza ottenuti in questa prima fase con la terapia con poliovirus, siamo incoraggiati e desiderosi di continuare con studi supplementari, che sono già in corso o programmati“. Bigner e colleghi hanno riportato sulla rivista un follow-up mediano di 27,6 mesi dall’inizio dello studio, lanciato nel 2012 con un primo giovane paziente che stava appena entrando alla scuola per infermieri. Da allora si è sposato e lavora in un ospedale.

La terapia sfrutta una forma geneticamente modificata del vaccino contro il virus della poliomielite, che viene infuso direttamente nel tumore cerebrale tramite un catetere impiantato chirurgicamente. Ebbene, questo azzera le cellule tumorali, innescando una risposta immunitaria mirata. In tutto sono stati trattati 61 pazienti, la cui sopravvivenza globale mediana è stata di 12,5 mesi, rispetto agli 11,3 mesi per il gruppo di controllo. Ma a partire da due anni dopo il trattamento, le curve di sopravvivenza nei due gruppi divergevano: il tasso di sopravvivenza globale dei pazienti trattati con poliovirus a 24 mesi era del 21%, rispetto al 14% del gruppo di controllo. A tre anni, il divario si è ulteriormente ampliato, con un tasso di sopravvivenza del 21% per i primi, rispetto al 4% degli altri. Gli esperti stanno tentando ora una combinazione della terapia con poliovirus e di altre opzioni approvate, per tentare di migliorare ancora la sopravvivenza. Uno studio di fase 2 è attualmente in corso per testare la combinazione con il farmaco chemioterapico lomustine. La terapia con poliovirus ha ottenuto la designazione di “breakthrough therapy” nel 2016 dalla Food and Drug Administration.

Lo studio su New England Journal of Medicine

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