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Rai, alle Camere 236 candidature di aspiranti consiglieri di amministrazione

In base alla riforma voluta da Renzi nel 2015 quattro componenti del cda devono essere nominati dal Parlamento, altri due dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia e un altro dall’assemblea dei dipendenti di viale Mazzini
Rai, alle Camere 236 candidature di aspiranti consiglieri di amministrazione
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Sono in tutto 236 le candidature per il consiglio di amministrazione della Rai arrivate alla Camera e al Senato: 196 quelle inviate a Montecitorio e 169 quelle presentate a Palazzo Madama. E sono 129 quelle presentate contemporaneamente ai due rami del Parlamento. In base alla riforma voluta da Renzi nel 2015 quattro componenti del cda devono essere nominati dal Parlamento, altri due sono nominati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia e un altro dall’assemblea dei dipendenti di viale Mazzini. Il mandato dell’attuale Cda scadrà il 30 giugno. Il presidente della Camera Roberto Fico ha annunciato alla conferenza dei capigruppo che le candidature saranno pubblicate domani sul sito.

Cda a parte, secondo Repubblica il Movimento 5 Stelle punta a riportare sugli schermi Rai la giornalista Milena Gabanelli, che a novembre scorso – dopo essersi autosospesa in polemica con i vertici che le avevano proposto la condirezione di Rai News e la gestione del sito esistente – ha detto addio alla rete pubblica dopo oltre 30 anni di cui 20 con Report“Tornare in Rai? Mai dire mai”, è stato il commento della Gabanelli intervistata a Circo Massimo, su Radio Capital. “Per ora nessuno mi ha chiesto nulla. Mai dire mai, ma bisogna vedere dove, come e quando. La Rai è stata il mio unico luogo di lavoro per più di trent’anni. Non l’ho lasciata con felicità ma perché sono stata costretta, senza sapere un perché. Un po’ come quando rompi con una relazione amorosa dopo tanti anni, adesso non è che abbiamo finito di litigare e tutto torna come prima. Anche perché io non ho litigato nessuno: ho preso atto e ho messo a disposizione la mia esperienza e la mia reputazione da un’altra parte. Fortunatamente”, continua, “non sono a spasso, faccio un lavoro che mi piace per una testata che mi piace, il Corriere della Sera. Ho un impegno che intendo onorare”.

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