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Torino-Ivrea, scontro tra treno e tir: due morti e 23 feriti. Dubbi su dinamica. Anas: “Camion non ha rispettato norme”

Indagato per disastro ferroviario l'autista del camion: "Non decido io le manovre, mi guidano in cuffia". Per Rfi "barriere sfondate". Diversa la ricostruzione di un testimone, dubbi sulla "scorta" al trasporto eccezionale. Il macchinista ha azionato il freno d'emergenza, ma non ha potuto evitare l'impatto ed è rimasto ucciso. Anas: "Il trasportatore non ha rispettato agli impegni contenuti nella documentazione"
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Un tir fermo sui binari all’altezza di un passaggio a livello. Un treno regionale, il Torino-Ivrea 10027, che non riesce a fermarsi in tempo, nonostante il macchinista abbia azionato in freno di emergenza. E lo scontro, che fa deragliare il locomotore e due vagoni. È successo mercoledì sera, intorno alle 23:20, tra le stazioni di Rodallo e Caluso sulla linea Chivasso-Aosta. L’impatto violentissimo ha ucciso due persone: il macchinista Roberto Madau, 61 anni, e Stefan Aureliana, 64 anni, che conduceva il mezzo di scorta tecnica al tir, un trasporto eccezionale con targa lituana. Ci sono anche 23 feriti, uno dei quali in modo grave. Tra loro la capotreno, che “è stata operata d’urgenza nella notte per stabilizzare la frattura al bacino. È ancora addormentata, ma si prevede un buon decorso”, ha detto il dottor Maurizio Berardino, responsabile del Pronto soccorso dell’ospedale Cto di Torino, dove la donna è ricoverata.

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L’interrogatorio dell’autista – Darius Zujis, l’autista lituano di 39 anni alla guida del tir, è indagato per disastro ferroviario ed è stato interrogato dai magistrati della procura di Ivera. Al pm ha riferito di “non aver scelto lui il percorso” e di non decidere “nulla, mi guida l’equipaggio in cuffia perché con il carico la visibilità è fortemente ridotta“. A coordinare le indagini sull’incidente è il procuratore Giuseppe Ferrando, che dovrà stabilire l’esatta dinamica e le responsabilità dell’incidente con l’ausilio del nucleo investigativo della Polfer. Secondo una prima ricostruzione di Rfi, il camion ha “sfondato le barriere di un passaggio a livello“, in frazione Arè di Caluso, che era “regolarmente funzionante”. Alcuni testimoni, hanno raccontato però che le aste si sono abbassate pochi secondi dopo il segnale acustico e l’accensione del semaforo: l’autista del secondo Tir, quello che seguiva il primo centrato dal treno, ha raccontato a La Stampa: “Andavamo a 5 all’ora, pianissimo, le luci del passaggio a livello erano verdi, ma quando il mio collega era in mezzo le sbarre si sono abbassate, le luci erano rosse ed è arrivato il treno. Sarà durato tutto pochi secondi”. 

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Anas: “Trasportatore non ha rispettato impegni” – Dubbi persistono anche sulle autorizzazioni per il trasporto eccezionale, che arrivava dalla Repubblica Ceca. Nel pomeriggio, Anas ha spiegato che il trasportatore non ha adempiuto all’impegno contenuto nella documentazione allegata alla domanda di trasporto eccezionale presentata l’8 maggio scorso, con la quale aveva espressamente dichiarato di “non impegnare attraversamenti di passaggi a livello con linee aeree elettrificate lungo le strade di competenza, oppure di essere in possesso dell’autorizzazione, che rilascia il gestore della rete ferroviaria“. Le altre inadempienze – spiega sempre Anas – riguardano il mancato invio da parte del trasportatore del preavviso di transito e della conseguente “annotazione di inizio viaggio”, tramite il portale Anas “TEweb”. 

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La testimonianza – “Il treno viaggiava a 100-120 chilometri orari – ha spiegato invece un residente della frazione di Arè, dove si è verificato l’impatto – quando si è scontrato con il tir. Il trasporto eccezionale era impegnato in una complessa manovra in mezzo al passaggio a livello. Se ci fossero stati dei sensori che segnalavano la presenza di un mezzo sui binari probabilmente la tragedia si poteva evitare. Invece il macchinista ha azionato il meccanismo per la chiusura delle sbarre ed è piombato sul tir”. “Abbiamo sentito un forte boato e siamo subito usciti di casa per soccorrere i primi feriti. Poco più in là, steso a terra, c’era il corpo dell’autista…. Era un macello“, ha detto Giovanni Artizzu, 23 anni, che abita con il padre Paolo nella casa di campagna nei pressi del passaggio a livello. “Alcuni passeggeri sono usciti da soli dai vagoni rovesciati – prosegue – altri li abbiamo aiutati noi aprendo i portelloni. Poi per fortuna sono arrivati i vigili del fuoco, che con gli altri soccorritori hanno fatto un grandissimo lavoro”.

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