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Papa: “L’equazione fra terrorismo e Islam è una menzogna e una sciocchezza”

In un'intervista all'Eco di Bergamo, nel giorno in cui nella città lombarda arrivano le spoglie di Giovanni XXIII, Bergoglio parla anche di disoccupazione giovanile e lavoro. "Se lo svendiamo al consumo, svenderemo anche dignità, rispetto, onore e libertà"
Papa: “L’equazione fra terrorismo e Islam è una menzogna e una sciocchezza”
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Ha parlato di lavoro “svenduto al consumo“, dei disequilibri globali legato allo sfruttamento e delle strategie di guerra per il potere all’interno della Chiesa. Ma nell’intervista rilasciata all’Eco di Bergamo, Papa Francesco ha ribadito quanto aveva già dichiarato sul volo di ritorno dal viaggio in Turchia nel 2014 e due anni più tardi, dopo la Giornata mondiale della gioventù a Cracovia. E cioè che l’equazione fra terrorismo e Islam “è una menzogna e una sciocchezza”. Le sue parole vengono pubblicate sul quotidiano della Curia di Bergamo nel giorno in cui arrivano in città le spoglie di Giovanni XXIII, nato a Sotto il Monte. “Svendiamo il lavoro al consumo? L’ho già detto – ha spiegato il Pontefice – in questo modo, con il lavoro, svenderemo anche tutte queste sue parole sorelle: dignità, rispetto, onore e libertà“. Già ora, secondo Bergoglio, “la disoccupazione giovanile è un peccato sociale e la società è responsabile di questo. La Chiesa sta facendo quello che può”.

A livello globale “mi preoccupano i disequilibri che sono sempre legati ad uno sconsiderato sfruttamento: degli uomini e delle risorse della natura. Però il vero compito della Chiesa non è far cambiare i governi, ma far entrare la logica del Vangelo nel pensiero e nei gesti dei governanti“. E rispondendo a una domanda sulla difesa della verità da parte dei giornalisti, ha precisato: “Anche nella Chiesa, quando non si vive la logica della comunione ma delle corporazioni, può avvenire che si intraprendano vere e proprie strategie di guerra contro qualcuno per il potere, che a volte si esprime in termini economici, a volte in termini di ruoli. Per questo sono le persone l’antidoto contro le falsità, non le strategie. Parlo delle persone pronte all’ascolto, alla fatica della comprensione e del dialogo, quelle che non hanno nel cuore la divisione e il rancore, che sanno usare i media con responsabilità”.

E’ una Chiesa aperta al mondo quella di cui Bergoglio ha parlato ricordando il Papa Buono “un uomo, un santo che non conosceva la parola nemico” ha detto aggiungendo che era “consapevole che la Chiesa è chiamata a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica”. Il suo invito è ad “uscire, raggiungere le periferie del disagio” però “non lavorando col proselitismo ma nella testimonianza

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