Si è costituito la scorsa notte nel carcere di Vibo Valentia Francesco Olivieri, il 32enne che venerdì scorso, tra Limbadi e Nicotera, nel vibonese, ha ucciso due persone e ne ha ferita un’altra. Il personale del carcere ha subito avvertito i carabinieri, che hanno preso in consegna l’uomo e lo hanno portato in caserma, dove è stato interrogato dal pm della Procura di Vibo Valentia Concettina Iannazzo.

Nel corso dell’interrogatorio Olivieri è stato sentito sul movente degli omicidi di Nicotera Giuseppina Mollese e Michele Valerioti. Ieri i carabinieri, nelle campagne di Spilinga, avevano trovato l’automobile utilizzata da Olivieri per la fuga. La vettura (una Fiat Panda) era stata data alle fiamme ed è stata ritrovata ieri.  Non si sa, al momento, dove Olivieri abbia lasciato il fucile utilizzato per compiere il duplice omicidio, che non aveva con sé nel momento in cui si è presentato in carcere.

L’uomo veniva definito un “soggetto problematico” e secondo quanto accertato dai carabinieri, soffre di disturbi psichici per i quali deve far uso di farmaci che però, pare, negli ultimi giorni non avrebbe preso. Il movente, secondo una ipotesi, potrebbe essere spiegato da quanto avenuto una ventina d’anni fa quando, in tempi diversi furono uccisi Ignazio Saccomanno, figlio di una delle vittime, Giuseppina Mollese, ed il fratello dello stesso Francesco Olivieri, Mario. Nel massimo riserbo i carabinieri hanno cercato di verificare se quei due episodi possano essere in qualche modo collegati a quanto accaduto adesso e se il movente possa ricercarsi in una vendetta per un qualche motivo conosciuto, almeno per ora, solo dall’autore. Così come c’è da chiarire quali possano essere i punti di contatto tra le vittime che hanno spinto Olivieri a sparare in luoghi e tempi diversi.

Articolo Precedente

Torre Annunziata, prof disabile si sente male in casa: salvata dagli studenti

next
Articolo Successivo

Pedofilia, Bergoglio riceve cardinali e vescovi cileni per punire chi ha coperto gli abusi sessuali su minori

next