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Tiziano Renzi, pm Firenze chiedono processo per fatture false nell’affare degli outlet per Gucci

La richiesta, inviata al gip in questi giorni, segue l’avviso di conclusione delle indagini di alcune settimane fa
Tiziano Renzi, pm Firenze chiedono processo per fatture false nell’affare degli outlet per Gucci
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La procura di Firenze ha fatto richiesta al gip di rinvio a giudizio per i genitori dell’ex premier e segretario del Pd, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, accusati di emissione di fatture false tramite l’azienda di famiglia Eventi 6 e la Party srl nell’ambito dell’affare degli outlet The Mall del gruppo Kering (Gucci). Chiesto il processo anche per il loro ex socio, il faccendiere pugliese Luigi Dagostino, che deve rispondere delle stesse accuse più di un’altra per truffa.

L’inchiesta condotta dai pm fiorentini Christine von Borries e Luca Turco, ha acceso un faro su un incasso illegittimo di quasi 200mila euro ricevuto tra giugno e luglio 2015 dalle due società riconducibili ai genitori di Matteo Renzi. Grazie appunto a due fatture che gli inquirenti ritengono false e, soprattutto, ai magheggi  di Dagostino. Secondo la ricostruzione dei pm, in particolare, i genitori dell’allora capo del governo si erano accordati con lo sviluppatore degli outlet, per emettere la fattura più rilevante, quella da 140mila euro oltre all’Iva, relativa a uno studio di fattibilità che però “non era mai stato effettuato”. La fatturazione è stata piuttosto laboriosa visto che sono state necessarie almeno due bozze prima di arrivare alla versione definitiva che parla di uno studio di fattibilità di un’area food nei pressi del The Mall di Leccio Reggello. Inizialmente, invece, come testimonia uno scambio di email, gli indagati avevano pensato a motivare il pagamento con lo studio di una “struttura ricettiva alberghiera” e dei relativi supporti logistici, quindi avevano aggiunto il food e poi hanno deciso che sarebbe bastata la sola ristorazione che compare nella terza e definitiva versione della fattura.

Grazie poi all’intervento di Dagostino che ha fatto tempestivamente mettere in pagamento le fatture, la Bovoli e Renzi hanno ricevuto quello che i pm definiscono “un ingiusto profitto” ai danni della società che ha effettuato il pagamento. Cioè la Tramor. Quest’ultima era un’impresa riconducibile alla famiglia Moretti di Arezzo che è servita da contenitore per lo sviluppo del progetto di ampliamento del The Mall di Leccio Reggello e che, a fine lavori, a giugno del 2015, è stata ceduta al committente Kering. Dagostino ne è stato amministratore fino al passaggio di mano, ma secondo gli inquirenti ha “abusato di tale carica anche dopo le dimissioni, agendo quale ideatore ed esecutore materiale” di quella che, sempre secondo gli inquirenti, si configura come una truffa. Che è venuta a galla quando, a fine 2017, l’amministratore di Kering in Italia ha corretto la dichiarazione dei redditi presentata dalla Tramor per il 2015, dopo aver verificato che due anni prima era stata pagata una fattura “non supportata da adeguata documentazione, dato che non rinveniva né il contratto di affidamento a tale società (la Eventi 6,ndr) né lo studio di fattibilità menzionato in tale fattura”.

Dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, è stata diffusa una nota di Federico Bagattini, legale dei genitori dell’ex premier: “La richiesta diffusa dalla stampa e della quale la difesa non ha conferma ufficiale è ampiamente compatibile con la nostra richiesta di andare a processo, formulata qualche tempo fa. Siamo certi di poter dimostrare in sede processuale l’assoluta correttezza dei comportamenti tenuti dai signori Renzi”.

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