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Caro Zingaretti, ribaltiamo questo stato di cose nel Pd (e il Presidente risponde)

Caro Zingaretti, ribaltiamo questo stato di cose nel Pd (e il Presidente risponde)
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Presidente Zingaretti, ho letto con interesse l’articolo sul suo blog, in cui parla di un nuovo spirito nel Pd, ed ho deciso di risponderle. O almeno ci provo. Spero che lei possa leggere, nonostante sia preso da impegni istituzionali. Per il centrosinistra, quella del 4 marzo è stata una battuta di arresto che ha messo il nostro campo nelle condizioni di guardarsi allo specchio, per capire dove abbiamo sbagliato e risalire la china: si può, non è impossibile.

Ma forse, di fronte agli ultimi eventi, sono un inguaribile ottimista. Il Partito Democratico ha perso l’abitudine di associarsi, mentre lì fuori c’è un popolo che ogni giorno vive e muore sotto i colpi della crisi economica e della delusione ideale. Vorrebbe partecipare quel padre di famiglia, senza rimanere sulla soglia di casa propria. Ma poi si ricorda che partecipare ha un costo e che puoi far politica soltanto se hai un gruzzoletto: qualcuno direbbe del “denaro da investire”, perché vede nella politica un moltiplicatore per i propri affari. Magari è un imprenditore prestato alla politica, cui noi tutti paghiamo uno stipendio per risolvere i nostri problemi. Mentre in realtà lui cerca di risolvere i propri: non sempre, ma la maggior parte delle volte è così.

Dicevo poc’anzi di quel padre di famiglia, che tra la politica e il lavoro – che spesso neanche ha – sceglie quest’ultimo e i propri figli. Spesso la sera, quando dà loro la buonanotte, pensa in che società vivranno e se i sacrifici che oggi sta facendo, potranno servire per pagare loro gli studi. Come Partito Democratico, a quel padre di famiglia non raccontiamo nulla se non le beghe interne e le lotte intestine per qualche sacca di potere. Ai suoi figli invece, non suscitiamo passione e interesse per la cosa pubblica. Credo che non dovremmo immaginare chissà quali ricette bensì iniziare a parlare il linguaggio di tutti i giorni, come quando un padre fa la ramanzina a un proprio figlio. O un nonno si racconta al proprio nipote. Dire sinistra oggi è dire democrazia e semplicità. E non parlo di semplificazione, come invece lo sarebbe una slide.

Sinistra non è un partito, ma un sentimento: lei lo sa più di me. Consiste nel dar voce, rappresentanza sindacale e politica, istruzione, previdenza, diritti sul mondo del lavoro, sistema burocratico, corruzione. È ovvio poi ci sono i dettagli, ma saremmo bravi se davvero riuscissimo a spostare l’agenda su queste proposte. In un congresso vero, senza il gioco dei pacchetti di tessere. E nelle battaglie parlamentari. Se siamo la sinistra, allora dovremmo combattere una guerra intergenerazionale, che è un grande difetto della società italiana: il familismo amorale, che uccide soprattutto il Sud, avverso allo spirito di comunità e disposto a cooperare solo per un tornaconto personale.

Questo ha ucciso la politica, soprattutto il Partito Democratico: quanti lo considerano un ascensore sociale? Invece dovremmo essere coloro che garantiscono pari opportunità a chiunque e che professano il merito, la dignità e il successo con il lavoro duro e onesto: non importa se sei figlio di o conosci le migliori scorciatoie. Saremmo di sinistra, se ogni giorno ringraziassimo i giovani, gli adulti e gli anziani per i sacrifici che compiono. Non mi riferisco alla cento euro in più di tasse ogni anno, ma alla loro voglia di dire: “Chissà, forse domani sarà migliore di oggi”.

Presidente, ogni giorno tra ragazzi ci confrontiamo e l’argomento più complicato non è l’esame che faremo a breve – questo si supera – ma cosa faremo alla fine degli esami. A volte, la sensazione è che gli esami siano come una traccia che porti al nulla. In tanti qui reclamano una strada su cui un giorno poter camminare o correre. Vorrei che il mio partito si occupasse di costruire con i migliori ingegneri la strada per tanti miei coetanei, saremo noi giovani poi a giocarcela fino in fondo. Se lei parla di nuovo spirito nel Pd, vorrei poter dire ad un mio coetaneo che la sinistra plurale vuol ribaltare lo stato di cose presente. C’è bisogno di battersi, Presidente.

La risposta del governatore Zingaretti

Caro Nicholas ho letto con attenzione questo tuo intervento e i molti altri che mi sono arrivati negli ultimi giorni. Non ho dubbi. Lotteremo, non contro ma per rilanciare l’innovazione, rigenerare il Pd e un intero campo di forze, per ridare all’Italia una speranza e un futuro.

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