Parte proprio questa sera, venerdi 27 aprile, un’interessante iniziativa presso Zona Roveri, locale di Bologna.

Stiamo parlando di Neuropa Festival 2018 – evento riservato ai soci Arci/Uisp che terminerà sabato sera, 28 aprile -, la prima edizione di una due giorni interamente dedicata alla musica dark, new wave, post-punk e industrial. La rassegna è organizzata da Zona Roveri music factory, in collaborazione con Rock planet clubHellfire booking con il patrocinio del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna.

Chi segue queste pagine conosce la passione di chi scrive per gli anni del post-punk; ergo parlare di una rassegna di tale portata riconduce a entusiasmi giovanili mai sopiti e, oltretutto, clamorosamente rivitalizzati dalle celebrazioni in corso per il quarantennale. Il post-punk nacque, infatti, sulle ceneri del punk; era il 1978 e in Inghilterra un’intera generazione rompeva il muro dell’indifferenza attraverso il suono cangiante della musica.

Toniamo però al Neuropa. Il programma, infatti, è una dichiarazione d’intenti. Si parte alle 20.45 con una “line up” che non lascia scampo. “Warm Up” affidato agli Ash code, che arrivano da Napoli e hanno all’attivo due album e un terzo – Perspektive (Swiss Dark Nights) – in uscita il prossimo mese. Si ispirano al miglior synth pop dell’epoca, sapientemente aggiornato e rielaborato; perfetto per un mercato discografico lontano dalle latitudini nostrane.

Sarà invece la storica formazione bolognese dei Tribal noise  a completare la prima parte dei concerti. Nati nel 1983, i quattro fecero le cose per bene mediante uno stile ben preciso, contraddistinguendosi per il cantato in italiano, le sonorità dark wave e le batterie tribali. Le atmosfere vicine ai Joy division, The cure e Siouxsie and the banshees che permeavano il tuttonon erano chiaramente un optional.

A definire la prima giornata saranno, neanche a dirlo, due band provenienti dal Regno Unito. Cominciano i New model army, i quali si formano a Bradford in piena epoca post-punk; siamo nel 1980, un anno fondamentale per le sorti del genere, basti pensare che tra i tanti album pubblicati ne usciranno alcuni realmente degni di nota. L’8 ottobre, ad esempio, la Sire records pubblicò Remain in Light dei Talking heads, il 18 luglio la Factory records fece uscire postumo Closer dei Joy Division e ancora – nell’aprile dello stesso anno – la Fiction records diede alle stampe Seventeen Seconds dei Cure. Capito l’antifona?

I New Model Army, in tutto ciò, fecero anche loro la differenza altresì da un punto di vista stilistico, certamente più riottoso rispetto ai gruppi sopracitati ma comunque perfetto per incarnare lo spirito mutevole  dell’epoca. Pubblicarono la prima fatica discografica soltanto nel 1984 mentre il loro secondo album – No rest for the wicked (1985) – li definisce al meglio. Parere personale, ascoltare per credere.

I Gang Of four, headliner della prima notte, riconducono alla scena di Leeds, si formano nel 1977 e in ambito scuotono le fondamenta, piegando strutture funk in favore di un chiaro furore punk. Come sovente succede in tali contesti, a definire al meglio le “stories” dei gruppi restano gli esordi. I primi due album sarebbero da esporre sugli scaffali della propria cameretta!

Giusto sottolineare inoltre che la prima serata, così come la seconda, sarà impreziosita da una selezione di dj provenienti da tutta Italia – “rigorosamente sul pezzo” –  bravissimi nel far ballare fino a notte fonda.

Arrivando alla seconda serata, il programma rilancia se possibile gli intenti della prima. Saranno i Temple of Venus ad aprire i battenti. Nascono nel 1984 a Bologna, città che (se ancora non l’avete capito) recitava ai tempi un ruolo importante in ambito); new wave, electro e dark wave, riconducono nei meandri infiniti della memoria di certo sound.

Client è invece un progetto al femminile molto interessante che nasce nel 2002 in Inghilterra. Il synth pop dei Depeche mode ispira e non poco; non a caso a produrle è proprio Andy Fletcher. Ma c’è molto altro sul piatto. Le declinazioni musicali che determinano la cifra, riescono abilmente ad evocare gruppi fondamentali, quali Human league, Pet shop boys e molti altri ancora.

Saranno i Dish-is-nein a tenere calda la temperatura della lunga notte. Gli ex Disciplinatha – una delle band più innovative e frontali della scena musicale di fine anni 80 e metà dei 90 -saliranno on stage “per dire la loro”. Sicuramente un progetto che merita la giusta attenzione.

A impreziosire la due giorni saranno The young gods, un gruppo che meglio non potrebbe chiudere il Festival ma soprattutto in grado di autorizzare a pelarsi le mani applaudendo gli organizzatori di Neuropa, bravi nel dimostrare che ancora oggi in Italia esiste qualche anima buona capace di credere (nonostante tutto) nella musica e nella passione che essa genera incondizionatamente.

Young Gods meriterebbero un post a loro dedicato. Impossibile definirli in poche righe, vi basti sapere che sono stati tra i primi a farci credere “nelle chitarre” senza mostrarne nemmeno una sul palco. I loro riff cosi definiti, infatti, sono esclusivamente elaborati grazie ai campionatori. All’epoca, non esattamente un cliché. Campionatori in grado di fondere wave, industrial e metal. Vanno certamente compresi fra gli innovatori più influenti degli interi anni 80.

Non scriverò altro, sperando di indurvi nel piacere di scoprirli sabato dal vivo, augurandomi ancor di più di vedervi per l’intera rassegna. Il solito dj qualunque, sabato, sarà tra gli ospiti in console dopo i concerti. Pronto per farvi ballare fino a notte fonda.

Tengo a segnalarvi, infine, le consuete imperdibili “9 canzoni 9” a tema, presenti sin dal primo post scritto nel 2011 su queste pagine e tra i motivi ispiratori del blog.

9 canzoni 9 … sul pezzo

Lato A

TV Sky  • The Young Gods

No Rest• New Model Army

Damage Goods• Gang of Four

Città in Fiamme• Tribal Noise

Lato B

Abstinence• Temple of Venus

Toxin• Dish Is Nein

Refuge• Client

Perspektive• Ash Code

Retorika• Disciplinatha

Articolo Precedente

Avicii, la famiglia rompe il silenzio sulla sua morte e sottintende il suicidio: “Non poteva più andare avanti”

next
Articolo Successivo

Stefano Bollani, in anteprima il brano inedito Galapagos che anticipa il nuovo disco brasiliano “Que bom”

next