Il mondo FQ

Sanità, qualche informazione (vera) sulla condizione italiana

Sanità, qualche informazione (vera) sulla condizione italiana
Icona dei commenti Commenti

Ho scritto recentemente un post su questo blog per denunciare una sparata populistica di Beppe Grillo contro presunti scandali e sprechi della sanità. Molti lettori mi hanno criticato: su quali dati era basato? Ovviamente avevo scritto cose risapute; ma essendo uscito il rapporto Healt At A Glance 2017, dell’Oecd posso confermare pienamente quello che ho scritto coi dati che vi sono contenuti.

I dati sono troppi per riportarli tutti: gli interessati possono scaricare direttamente la pubblicazione in formato pdf. Io mi concentrerò su alcune informazioni che, mi pare, offrono un quadro interessante. Il primo dato che mi sembra rilevante è l’aspettativa di vita: l’Italia è quarta tra le 45 nazioni analizzate, con 82,6 anni, preceduta da Giappone, Spagna e Svizzera. L’aspettativa di vita in Italia è inoltre superiore a quanto ci si potrebbe attendere per Pil pro capite e per spesa sanitaria: facciamo tanto con poco, forse grazie alla dieta mediterranea e al clima favorevole del Paese. Ci classifichiamo undicesimi nella tabella della mortalità infantile, ben meglio della media Oecd (rispettivamente 2,9 e 3,9 per mille). Abbiamo tanto inquinamento, fumiamo più della media Oecd e siamo i penultimi per esercizio fisico; però, abbiamo un basso tasso di obesità.

Curiosamente, nella scala dello stato di salute percepito, che le persone riferiscono se intervistate, ci classifichiamo piuttosto in basso nella scala, 4 posizioni al di sotto della media Oecd. Ovvero: in Italia si vive più a lungo che in quasi tutti gli altri Paesi Oecd, ma si ritiene di stare peggio in salute. Un bel dilemma per i sociologi, che meriterebbe una analisi! Forse una dimostrazione della tendenza culturale degli italiani ad autocommiserarsi, aiutati dalle frequenti notizie scandalistiche. La copertura sanitaria per i servizi essenziali è estesa al 100% della popolazione, in Italia come in tutti gli altri Paesi europei. Il costo delle prestazioni sanitarie pagato direttamente dal cittadino è sostanzialmente pari alla media Oecd. La densità dei medici, a seconda delle regioni del Paese è compresa tra 3 e 5 per ogni mille abitanti, un intervallo piccolo rispetto alla media Oecd: vuol dire che l’accesso al servizio è omogeneo sul territorio (negli Usa l’intervallo è tra meno di 2 e più di 8). Anche i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie analizzate nel rapporto sono ampiamente inferiori alla media Oecd.

Consumiamo significativamente più antibiotici della media Oecd: ci battono solo Belgio, Francia e Grecia. Curiamo il diabete meglio di tutti (o quasi): un dato interessante che forse meriterebbe un articolo dedicato. Abbiamo in genere mortalità ospedaliere più basse della media Oecd: ad esempio nell’infarto del miocardio. Abbiamo un bassissimo tasso di lesioni da parto. Non sono riportati i parti cesarei (a meno che mi siano sfuggiti) ma è noto che in Italia se ne fanno parecchi: se è vero e se questa è la ragione del bassissimo tasso di lesioni da parto vuol dire che facciamo bene a farne tanti. Il nostro tasso di sopravvivenza 5 anni dopo la diagnosi di tumore della mammella è dell’86% di poco superiore alla media Oecd; si vede che curiamo bene questa malattia. Anche sul cancro del colon e del retto e sulle leucemie andiamo meglio della media Oecd. Sulle coperture vaccinali siamo invece ultimi o quasi (dati riferiti al 2015).

Quanto ci costa tutto questo? Meno della media Oecd (media Oecd 4003 Usd ppp all’anno pro capite; Italia 3391). E’ interessante notare che sull’indice del costo standardizzato, spendono meno di noi quasi soltanto Paesi coi quali di solito non ci confrontiamo come Brasile, Russia, Polonia o Sud Africa: nell’Europa occidentale spendono di meno soltanto Spagna e Portogallo (3248 e 2734). Francia, Germania e Gran Bretagna spendono molto di più (4600, 5551 e 4192). I meravigliosi Usa spendono il triplo di noi (9892 Usd ppp). Inoltre, caso quasi unico nella classifica Oecd, la spesa sanitaria italiana tra il 2009 e il 2016 è diminuita anziché aumentare. I dati comparativi non dicono che la sanità italiana è ottima o come la gente la vorrebbe: dicono che va complessivamente meglio di quella degli altri Paesi analizzati e costa meno. Il merito è dei medici, chirurghi, infermieri e personale sanitario che fanno ogni giorno miracoli a migliaia, nonostante il deplorevole sottofinanziamento a cui il sistema è condannato dalla politica economica del paese. Sprechi ce ne saranno pure, ma non sta lì il problema.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione