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Poste italiane, telegramma su concorso arriva troppo tardi. Gruppo deve risarcire 28mila euro

Il gruppo si era limitato a offrire l’indennizzo previsto dalla Carta della Qualità, circa 28 euro. La donna che ha perso la possibilità di essere assunto a tempo indeterminato in un asilo nido ha fatto causa
Poste italiane, telegramma su concorso arriva troppo tardi. Gruppo deve risarcire 28mila euro
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Ventottomila euro. Tanto vale un telegramma consegnato in ritardo che fa svanire il sogno di un lavoro. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Parma che ha condannato Poste Italiane per “perdita di chance”, cioè la perdita di un’opportunità di lavoro. Secondo il magistrato, Poste ha infatti danneggiato una donna che avrebbe voluto presentarsi alla selezione per l’assunzione di un “esecutore scolastico a tempo indeterminato all’asilo nido del comune di Felino. Il motivo? La consegna tardiva della comunicazione relativa al luogo, giorno e ora della selezione le ha impedito di partecipare al concorso facendo sfumare la possibilità d’impiego.

“A seguito dell’accaduto la donna ha inviato un reclamo a Poste Italiane, la quale si era limitata a offrire l’indennizzo previsto dalla Carta della Qualità, circa 28 euro, senza tenere in alcun conto il danno da perdita di chance subìto dalla destinataria del telegramma”, spiega una nota della Confconsumatori alla quale la donna si è rivolta per chiedere assistenza legale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria.

Esaminata la documentazione, il legale della Confconsumatori, Grazia Ferdenzi, ha riscontrato però la possibilità di procedere per vie legali contro l’azienda chiedendo un risarcimento per la perdita di chance causata dal ritardo nella consegna del telegramma. “Il Tribunale di Parma, – commenta in una nota l’avvocato Ferdenzi – ha riconosciuto il principio di responsabilità di Poste Italiane stabilendo che non è soggetto a norme restrittive o di favore in deroga al codice civile e pertanto ne ha disposto la condanna per i danni cagionati al destinatario del servizio postale, non avendo provato la sopravvenuta impossibilità ad adempiere alla propria prestazione”.

In questo modo il giudice ha riconosciuto “la risarcibilità di una situazione giuridica non esistente ma solo attesa, a cui è stata attribuita un’entità patrimoniale autonoma”. Per il legale della Confconsumatori, si tratta quindi di una “decisione molto importante” proprio perché riconosce una “perdita di chance” che danneggia l’utente finale. Non certo una buona notizia per Poste Italiane che rischia di pagare caro il telegramma tardivo. A questo punto, il gruppo guidato da Matteo Del Fante sta valutando se presentare ricorso contro la decisione del tribunale di Parma che rischia di creare un pericoloso precedente.

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