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Bari, disabile 31enne morta: i genitori sono indagati per abbandono d’incapace

La donna di Polignano a Mare è stata trovata in casa senza vita il 6 gennaio scorso. Investigatori e sanitari hanno verificato nell'appartamento le assai precarie condizioni igieniche nelle quali era costretta a vivere
Bari, disabile 31enne morta: i genitori sono indagati per abbandono d’incapace
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Una donna disabile 31enne di Polignano a Mare è stata trovata morta in casa il 6 gennaio scorso. Ad avvisare i carabinieri erano stati gli stessi genitori, ora indagati dalla Procura di Bari per abbandono di persona incapace aggravato dalla morte. Investigatori e sanitari hanno verificato nell’appartamento le assai precarie condizioni igieniche nelle quali era costretta a vivere la donna, che secondo le prime informazioni è morta di stenti.

Per anni, stando a quanto accertato fino ad ora nell’inchiesta coordinata dal pm Bruna Manganelli, i genitori hanno rifiutato l’assistenza dei servizi sociali per la figlia. Anche per questa ragione la magistratura ipotizza che potrebbero avere responsabilità connesse alla morte della donna, per non averla nutrita e curata adeguatamente. Sul corpo della vittima sarà eseguita l’autopsia: gli accertamenti medico legali sono stati affidati al medico legale Antonio De Donno e saranno eseguiti nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.

“Per anni ho tentato di entrare in quella casa per aiutarli, ma nessuno ha mai aperto la porta“. A parlare è don Giancarlo Carbonara, parroco della chiesa dei Santi Medici Cosimo e Damiano, la parrocchia di Polignano a Mare che si trova a poche decine di metri dalla casa dove è morta la 31enne disabile. “Non conoscevo la ragazza e nemmeno i genitori ma alcuni parrocchiani, amici di infanzia e di scuola della ragazza, – spiega don Giancarlo all’Ansa – mi avevano raccontato che da tanti anni lei non usciva, restava chiusa in casa, e nessuno sapeva niente del perché e di come stesse. Mi avevano anche segnalato la situazione di difficoltà della famiglia, ma non avremmo mai immaginato tanto degrado”.

Il sacerdote racconta di aver “più volte bussato a quel portone chiuso, andando all’ora di pranzo con la scusa di benedire la casa e la famiglia, ma nessuno ha mai aperto e nemmeno risposto. Tutti si sono mossi per questa situazione, istituzioni e chiesa – conclude don Giancarlo – ma si può aiutare solo chi apre le porte”.

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