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Banche, il caso della querela (poi ritirata) alla risparmiatrice è indice dell’arroganza della politica

Banche, il caso della querela (poi ritirata) alla risparmiatrice è indice dell’arroganza della politica
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La querela – poi ritirata – contro Giovanna Mazzoni, l’anziana ma pugnace risparmiatrice truffata della Carife, da parte del tesoriere Bonifazi è un altro indice della crisi isterica che sta attraversando il partito democratico. Non solo. Rappresenta anche l’arroganza di una classe politica incapace di gestire la rabbia che pervade un tessuto sociale ammaccato dalla crisi.

Un tempo un’altra classe politica di sinistra avrebbe sostenuto e retto l’ondata rabbiosa ma quel tempo ci offriva una platea di politici che chiamavamo segretari non leader. I dirigenti della sinistra non furono mai risparmiati dalle durissime parole del dissenso, dai gesti delle rivendicazioni e delle rabbie. Non per questo tuttavia si sarebbero mai sognati di chiedere a un tribunale di risolvere la quaestio perché avevano troppa considerazione della politica come luogo della elaborazione del dissenso attraverso tesi programmatiche.

I bulloni e le uova tirate, quel “Venduti” (sottinteso venduti ai padroni), non erano certamente meno dirompenti del “Voi avete rubato” in cui la risparmiatrice ha riversato la sua rabbia di cittadina tradita, isolata e persino denigrata da chi definisce questa gente “speculatore”. La querela di Bonifazi è il fallimento di una classe dirigente politicamente impreparata, impaurita, chiusa in se stessa; una classe politica a proprio agio nei corridoi dei palazzi piuttosto che tra la gente. Il viaggio in treno effettuato da Renzi punteggiato da critiche e opposizioni aveva già dato corpo a ciò che oggi i sondaggi registrano.

Il ritiro della querela (maldestramente “spiegata” dallo stesso Bonifazi) è solo una brutta toppa a copertura di un orrendo buco. Quella querela è stata ritirata solo perché la signora è di Ferrara, esattamente come il ministro Franceschini il quale si sarebbe ritrovato la patata bollente tra le mani da qui al giorno del voto. Ecco perché il passo indietro è stato dettato da una scelta meramente tattica.

Ps. Visto che la Boschi s’interessò alle vicende di Banca Etruria per tutelate gli interessi del collegio (evidentemente martoriato dalle scelte di una banca territoriale mal gestita), ‘e ha fatto bene perché i politici dovrebbero fare così’ come ha spiegato Orfini, come mai il ministro Dario Franceschini non ha chiamato né Ghizzoni né Visco né altri per salvare Carife e i suoi risparmiatori?

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