Una strada per “ridurre l’astensionismo e la disaffezione per la vita pubblica” c’è. “Proposte comprensibili e realistiche, capaci di suscitare fiducia, sviluppando un dibattito intenso, anche acceso ma rispettoso”. A dirlo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha incontrato le alte cariche dello Stato al Quirinale per gli auguri di fine anno. “Il tempo delle elezioni – ha detto tra l’altro il capo dello Stato – costituisce un momento di confronto serrato, di competizione”. Mattarella ha sottolineato tra l’altro che “il prezioso assetto pluralistico che ci assegna la nostra Costituzione suggerisce e richiede consapevolezza dell’interesse generale”. “La sua piena attuazione – continua il presidente – passa anche attraverso il doveroso concorso di ciascuno alla vita istituzionale e sociale della Repubblica. Questa diffusa e comune responsabilità repubblicana, oggi, impone il dovere di riflettere sul crinale storico in cui ci troviamo per definire un’idea del nostro Paese nel futuro”.

Alla cerimonia nel Salone dei Corazzieri hanno partecipato tra gli altri il presidente emerito Giorgio Napolitano, i presidenti delle Camere Piero Grasso e Laura Boldrini, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e quello della Corte Costituzionale Paolo Grossi. Il riferimento di Mattarella alle elezioni è stato ripetuto. La cerimonia di fine anno “si colloga – ha affermato il capo dello Stato – in un crocevia temporale, che induce al confronto tra il bilancio dell’anno trascorso e le prospettive dell’immediato futuro. Un confronto reso ancor più impegnativo e stringente dall’approssimarsi del termine della legislatura e dal processo elettorale che sta per avviarsi”. Elezioni che come “momento più alto della vita democratica”, dovranno essere affrontate “con fiduciosa serenità“. Un momento, le elezioni, che si potranno svolgere “con regole omogenee e non dissonanti, sul cui merito le opinioni sono legittimamente difformi ma che rappresentano il risultato di una scelta del Parlamento ed evita l’anomala condizione di chiamare al voto gli elettori con quel che residuava di due leggi parzialmente cancellate da due diverse decisioni giurisdizionali”.

Mattarella, come in ogni intervento pubblico negli ultimi tempi, ha messo l’accento sui segnali di ripresa degli indicatori economici. “L’ultimo anno della legislatura – ha detto – ha registrato ulteriori importanti obiettivi. Ha consentito di accompagnare la ripresa economica, agevolandola”. Un anno “intenso“, continua, “che ha visto consolidarsi la crescita della economia, dimostrando le potenzialità e le qualità del tessuto civile e produttivo, particolarmente di alcuni settori, e confermando la capacità del nostro sistema di uscire dalla grave e lunga crisi che abbiamo attraversato”. Non va tutto bene, osserva il presidente della Repubblica: “Il Paese sconta, peraltro, un’eredità pesante: in questi anni si sono accentuate le diseguaglianze, il rischio di povertà e di esclusione sociale presenta livelli allarmanti. La disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, rimane gravemente alta, in particolare nel Mezzogiorno. Occorre lavorare insieme, con impegno, per una maggiore e adeguata diffusione dei benefici della ripresa. La crescita economica offre all’Italia una nuova opportunità che va colta”.

Una serenità e un impegno che si estende anche ad altre questioni, come il rigurgito di certe culture di estrema destra e di discriminazione. “Con apprensione abbiamo registrato alcune manifestazioni di razzismo, antisemitismo, violenza, intolleranza, fanatismo – dice Mattarella – Il nostro Paese dispone degli anticorpi necessari per contenere e respingere il contagio di ideologie e posizioni aberranti, condannate e superate dalla Storia”.

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