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Il vero scandalo nel cinema non è il caso Weinstein

Il vero scandalo nel cinema non è il caso Weinstein
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Il vero scandalo nel cinema non è Harvey Weinstein, ma chi si muove nel cinema svincolato dai legami commerciali, chi non fa del denaro il proprio funesto demiurgo. Chi mantiene una purezza di ispirazione è scandaloso, ed è questo l’unico scandalo che io amo, per questo sono amico di Silvano Agosti, un uomo scandaloso, un poeta che ha la bontà di considerarmi un suo discepolo, e così in effetti mi sento.

Il cinema industriale mi interessa sempre di meno, ogni tanto qualche buon prodotto viene fuori, ma non è questo il punto. Il punto è fare ciò che si ama, e farlo preservando la propria libertà d’autore, senza piegarsi alle esigenze commerciali dell’industria. Il cinema che amo è leggero, ma non leggero come una piuma, leggero come il volo di un uccello, c’è una traiettoria, c’è un fine, e l’aria che sostiene il volo è l’unica legge alla quale l’ispirazione si assoggetta.

“Taxi driver” è sicuramente un capolavoro, ma solo “Un cane andaluso” è poesia. Così mi capita di uscire di casa con la mia videocamera, di fare qualche passo e di incontrare un’immagine come si incontra un amico, e allora accendo la videocamera e mi metto in ascolto del fluire della vita e cerco di dare una forma a quello che vedo, c’è sempre un filo rosso che lega le immagini, e questo filo rosso è il mio cuore, la mia mente, la mia identità in movimento che si ricompone continuamente.

Sono film personali proprio perché annullo il giudizio e accolgo quello che vedo senza filtri. Sono un ladro che ruba la vita alla vita stessa, per poi fuggire con il bottino: un film. Un film che non calpesterà il tappeto rosso di nessun festival, un film che verrà visto per caso su internet, un film libero, fatto in libertà e che comunica libertà. Steven Spielberg, un regista che apprezzo, ha sempre detto di fare il cinema che vorrebbe vedere come spettatore, a me “I predatori dell’arca perduta” piace moltissimo, ma il mio cuore batte dove l’industria è assente, la mia ispirazione segue se stessa e si nutre delle briciole del quotidiano, è un pasto che forse non sfamerà nessuno, ma è un dono, come la vita. Ringrazio Silvano di avere creduto in me tanti anni fa, c’è sempre bisogno di un maestro, ma ancora di più di un amico.

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