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Torino, ragazzina insultata sul bus per motivi razziali: indagato 60enne senza fissa dimora

Giulia (nome di fantasia) era stata aggredita sulla linea 63. Ha riconosciuto l'uomo, attualmente sotto indagine, grazie alle le analisi delle immagini delle telecamere da parte dei carabinieri. L'uomo era già stato denunciato denunciato per i suoi comportamenti antisociali provocati dall’abuso di alcool e di droga
Torino, ragazzina insultata sul bus per motivi razziali: indagato 60enne senza fissa dimora
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C’è un uomo sospettato per il calcio e gli insulti a Giulia, giovane giocatrice di basket che venerdì scorso a Torino è stata aggredita su un autobus della linea 63. È un disoccupato di 60 anni, un uomo senza fissa dimora e con problemi di alcolismo e droga. È stato rintracciato mercoledì dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Rivoli e dai colleghi della Stazione di Grugliasco. “Faremo di tutto per trovare il colpevole dell’atto volgare e violento che hai patito”, aveva promesso a Giulia il procuratore capo Armando Spataro. E così è stato.

I militari dell’Arma hanno visionato le immagini riprese dalle telecamere a bordo del bus e hanno incrociato i dati con le informazioni sulle obliterazioni e delle “bippature” degli abbonamenti su quell’autobus nel giorno e nell’ora dei fatti. Dopo queste analisi la loro attenzione si è concentrata su un uomo che Giulia ha riconosciuto con assoluta certezza.

Si tratta di un senza fissa dimora, già conosciuto alle forze dell’ordine, denunciato all’autorità giudiziaria e segnalato ai servizi territoriali per i suoi comportamenti antisociali provocati dall’abuso di alcool e di droga. In passato era anche stato sottoposto anche a un trattamento sanitario obbligatorio. Sarebbe lui quello che ha detto a Giulia: “È inutile che tu vada a scuola, tanto finirai sulla strada. Torna al tuo paese”. Per quella frase e quel calcio sferrato alla ragazza è indagato dalla procura di Torino. L’ipotesi di reato formulata dai pm Patrizia Caputo ed Eugenia Ghi, cioè la violenza per motivi razziali, non permette la sua custodia in carcere, ragione per cui gli inquirenti stanno valutando quale iniziativa prendere per limitare la pericolosità sociale del sospettato. Per il proseguimento dell’inchiesta e per verificare le accuse nei confronti dell’uomo saranno comunque importanti le testimonianze di altri passeggeri che possono aver assistito alla scena.

Nel frattempo Giulia, che gioca nelle giovanili di un’importante squadra torinese, ha ricevuto la solidarietà del coach della nazionale di basket femminile, Marco Crespi, e del mondo della pallacanestro.

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