Rivolgersi al presidente della società dei trasporti pubblici per togliere la multa a un amico. È ciò che ha fatto a luglio Paolo Giordana, il capo di gabinetto di Chiara Appendino che finisce ancora nei guai. Dopo le polemiche interne tra lui e i consiglieri del M5s o quelle con i dirigenti e i revisori dei conti, dopo la disastrosa organizzazione di piazza San Carlo del 3 giugno e dopo l’inchiesta per falso ideologico in atto pubblico, spunta negli atti di un’altra indagine, quella sul falso in bilancio in Gtt (lui non risulta indagato), un’intercettazione compromettente. La faccenda è finita sui giornali, su La Repubblica in primis, e il funzionario si è dimesso: “Sono convinto – scrive in una nota – della correttezza del mio operato e lo dimostrerò nelle sedi opportune. Mi preme, più che ogni altra cosa, tutelare la Città di Torino e l’Amministrazione. Per questa ragione ho prontamente rassegnato le dimissioni nelle mani della Sindaca”.

La sera del 25 luglio scorso il “Richelieu” di Palazzo Civico telefona a Walter Ceresa, presidente e ad della società sotto inchiesta per falso in bilancio. I due parlano del piano di rientro dei debiti, ma Giordana pensa a un’altra cosa: “Io ti chiamavo per una cosa molto più prosaica”, premette per poi raccontare di un suo amico che, mentre stava per timbrare il biglietto su un pullman, ha ottenuto una multa dai controllori che “sono tanto bravi però sono un po’ troppo, come dire, quadrati”. Poco dopo arriva al dunque: “Cosa possiamo fare?”. L’ad, anziché rispondere “Pagare come tutti”, gli dice: “Me lo puoi mandare? Che faccio io”. E subito Giordana pronto: “Guarda, io te la mando via Whatsapp. Eh”, anche perché “è più comodo. Ce l’ho, ce l’ho sul telefonino e te la mando via Whatsapp”. Il giorno dopo, sempre in serata, il capo di gabinetto di Appendino e il presidente di Gtt si sentono ancora: “Paolo – dice il secondo -, tutto a posto, quella cosa che mi hai detto”. Giordana: “Grazie mille”. Ceresa ribadisce: “Risolto, non c’è nessun problema”. “Quindi gli dico di stare tranquillo – chiosa il dirigente comunale – perfetto”. Il suo amico non dovrà sborsare un euro: “Si, si, non arriverà la multa”, conferma l’ad.

Tra le prime reazioni c’è quella del senatore Pd Stefano Esposito, che su Twitter scrive: “Dimettetevi entrambi”. Intanto questa mattina Giordana è alla procura di Torino per essere interrogato dai procuratori aggiunti Marco Gianoglio ed Enrica Gabetta nell’ambito dell’inchiesta per falso ideologico in atto pubblico, quella sulla contabilizzazione e la restituzione di una caparra da cinque milioni di euro versata dalla Ream. Per la procura lui avrebbe contribuito, insieme a Chiara Appendino e all’assessore al Bilancio Sergio Rolando, a indurre in inganno la direttrice dell’area finanza del Comune Anna Tornoni e il consiglio comunale sostenendo che c’erano trattative in corso per posticipare la restituzione della somma, così da non registrarla tra i debiti del bilancio.

L’intercettazione che lo riguarda è invece agli atti di un’altra inchiesta, quella sul bilancio 2015 della Gtt, chiusa formalmente mercoledì con l’invio dell’avviso di conclusione delle indagini a nove indagati, tra cui il presidente e ad della società, Ceresa, nominato dall’ex sindaco Piero Fassino e ora molto discusso, due consiglieri di amministrazioni, due dirigenti, il presidente dei revisori dei conti e due componenti del collegio sindacale.

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