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Licata, minacce di morte al commissario anti abusivismo: “Se tocchi le nostre case ti scanniamo”

Dopo la decadenza del sindaco, Angelo Cambiano, sfiduciato dal consiglio comunale proprio per la sua lotta all'abusivismo, nella città siciliana è arrivato un commissario straordinario, Maria Grazia Brandara, finita a sua volta nel mirino
Licata, minacce di morte al commissario anti abusivismo: “Se tocchi le nostre case ti scanniamo”
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L’ennesima minaccia contro chi vuole fare rispettare la legge. Solo che a Licata fare rispettare la legge vuol dire abbattere le case considerate abusive da una sentenza della magistratura. Dopo la decadenza del sindaco, Angelo Cambiano, sfiduciato dal consiglio comunale proprio per la sua lotta all’abusivismo, nella città siciliana è arrivato un commissario straordinario, finito a sua volta nel mirino.

“Rischiati a toccare le nostre case e sei morta, ti sgozziamo via, fai una sola cosa contro di noi e ti scanniamo. Ti seguiamo e ti controlliamo a vista”, è  l’inizio del messaggio intimidatorio, che si chiude con la foto di una cassa da morto vuota, arrivato a Maria Grazia Brandara commissario straordinario della città in provincia di Agrigento.

La donna aveva guidato il Licata, sempre da commissario, dal dicembre 2014 al giugno 2015.  Era stata la stessa funzionaria a stanziare i fondi per le demolizioni delle case abusive, che a Licata pare siano più 17 mila. Il sindaco Cambiano voleva attuare i decreti di demolizione ma ha sollevato l’ira di migliaia di suoi concittadini e ha subito minacce, persino un incendio a casa del padre.

Brandara , ex democristiana eletta all’Ars con la Casa delle Libertà ai tempi di Totò Cuffaro e ora vicina al governatore Rosario Crocetta, impiegata dell’agenzia delle entrate a Catania, è stata anche consigliere provinciale e sindaca di Naro, in provincia di Agrigento. ”Sappiamo dove abiti a Palermo in via… e dove abiti a Naro, grandissima…tornatene al tuo paese scappa fino a che sei in tempo quando meno te l’aspetti ti spariamo. La cassa è già pronta”.  Nel luglio 2016, nella sua carica di commissario straordinario dell’Irsap, aveva ricevuto un altro messaggio intimidatorio con allegate due cartucce di fucile.

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