Il Federal Bureau of Investigation sta indagando su possibili collusioni dello staff di Donald Trump con la Russia nelle presidenziali 2016. Lo ha confermato il direttore dell’Fbi James Comey a Capitol Hill, nell’audizione tenuta presso la commissione intelligence della Camera in cui è chiamato a deporre sul cosiddetto Russiagate, le presunte intrusioni di Mosca nella corsa alla Casa Bianca e i contatti di cui alcuni membri dell’entourage del presidente sono sospettati di aver tenuto con esponenti russi.

E’ la prima volta che l’Fbi conferma ufficialmente e pubblicamente l’esistenza di un’inchiesta su tentativi di interferenza da parte di Mosca sulle presidenziali, con l’obiettivo di verificare se alcun crimine sia stato commesso. Comey ha affermato di essere stato autorizzato dal dipartimento di Giustizia a rendere pubblica la circostanza, mentre solitamente l’Fbi non si esprime sulle inchieste in corso. Il direttore del Bureau investigativo ha tuttavia sottolineato non verranno resi noti altri dettagli in quanto di natura riservata, “frustrante, ma necessario” ha detto.

Come è stato inoltre interpellato sulle accuse lanciate via Twitter da Trump contro il suo predecessore Barack Obama, colpevole di averlo intercettato presso la Trump Tower, nel cuore di New York, durante la campagna elettorale, circostanza su cui non sono tuttavia emerse prove e sulla quale la stessa commissione intelligence ha condotto verifiche senza trovare riscontri come specificato dal presidente, il repubblicano David Nunes. “Non abbiamo informazioni a sostegno” di questa tesi, ha detto Comey, secondo cui nemmeno il dipartimento di Giustizia ha trovato alcuna conferma di tale tesi.

Anche la National Security Agency ha smentito la Casa Bianca dinanzi alla commissione intelligence: “Nessuno ha chiesto al Regno Unito di intercettare Donald Trump”, ha detto il direttore Mike Rogers, rispondendo a domande sulle parole di un commentatore dell’emittente Fox, Andrew Napolitano, e avvalorate dal portavoce del presidente Sean Spicer, secondo cui i servizi segreti britannici avrebbero spiato Trump per conto del suo predecessore. Tale richiesta “andrebbe espressamente contro gli accordi” tra le agenzia di intelligence di diversi paesi, ha aggiunto Rogers, confermando inoltre che una tale richiesta a Londra “sarebbe in violazione delle leggi americane”.

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