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Sondaggi, Pd: dopo la scissione non è successo niente. Per l’Swg è primo partito e Renzi verso il trionfo alle primarie

Per l'istituto triestino democratici comunque primo partito al 29 per cento. Bersaniani non oltre il 4. Tutti i soggetti politici a sinistra del Pd, insieme, sono intorno al 9. La Lega regge, ma il centrodestra cala. M5s al 26
Sondaggi, Pd: dopo la scissione non è successo niente. Per l’Swg è primo partito e Renzi verso il trionfo alle primarie
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Il Pd poco sotto al 30, Renzi leader indiscusso dentro al partito. Secondo il sondaggio di Swg per l’Unità non è cambiato niente dopo l’uscita di un pezzo di minoranza. Il Partito Democratico, secondo l’istituto di Trieste, resta infatti il primo partito con il 29,2 per cento e un aumento dell’1,2 in una settimana. A seguire il Movimento Cinque Stelle che cresce dello 0,7 e raggiunge il 26. In controtendenza con altre rilevazioni, cala il centrodestra che complessivamente perde l’1 per cento in un quadro in cui regge solo la Lega Nord (13,1). Forza Italia è stimata al 12,2, mentre i Fratelli d’Italia al 4,6.

Confermate le tendenze per il Movimento dei democratici e progressisti (di Bersani e Speranza) che tocca il 4 per cento, mentre è più complicata la situazione di Sinistra Italiana che dopo la scissione di Arturo Scotto (arrivato proprio in Mdp) e la nascita del Campo Progressista di Giuliano Pisapia non va oltre l’1,2 per cento, tra l’altro stessa quota accreditata a Rifondazione Comunista. Campo Progressista cala vistosamente e ora è dato poco sopra al 2 (2,3). Messi insieme i quattro soggetti alla sinistra del Pd il totale è 8,7 (ammesso che un giorno facciano fronte comune), in flessione di poco meno di un punto in una settimana.

Ma nel sondaggio Swg c’è una prima traccia di come potranno andare le primarie. A Matteo Renzi interessa soprattutto superare il 50 per cento perché altrimenti sarebbe costretto a tornare nell’assemblea del Pd e conquistarsi lì – tra correnti e controcorrenti – la maggioranza del partito. Per ora tuttavia il segretario uscente ha dalla sua il 61 per cento, almeno stando ai dati Swg. Gli sfidanti Michele Emiliano e Andrea Orlando sono parecchio lontani: il governatore pugliese al 23 e il ministro della Giustizia al 16.

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