CI PROVANO ANCHE TAXI E NCC

In questi giorni si è fatto un gran parlare di Uber. In realtà, quella che è arrivata in Europa è una versione completamente snaturata di Uber Pop, l’applicazione che negli Usa consente a chiunque, in pratica, di fare servizio taxi. In Italia, in particolare, esiste Uber Black che fa da piattaforma digitale per i vecchi noleggio con conducente, gli autisti dotati di berlina da sempre “nemici” dei tassisti. Il tanto contestato emendamento Lanzillotta non fa altro che abbattere il vincolo territoriale delle licenze, aprendo ad esempio il mercato romano anche a chi ha ottenuto licenze in piccoli comuni di montagna. Insomma, poco c’entra con la tecnologia. Anche perché pure i taxi hanno la loro “Uber“: si chiama MyTaxi, è stata già scaricata più di 300mila volte e può contare su un network di 1.650 tassisti, 650 a Milano e 1.000 a Roma. All’utente permette di pagare con carta di credito (obbligatoria) e di evitarsi la trafila infinita dei call-center. Il problema è che né Uber Black né MyTaxi consentono risparmi rispetto alle tariffe prefissate, cosa che sta mettendo in difficoltà sia gli utenti che gli operatori stessi.

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Uber, ma non solo: dal car-pooling alle applicazioni per smartphone, tutte le alternative al vecchio (e costoso) taxi

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