Café Society e American Pastoral, quando il testo è tutto
Si pensa che a volte la cosa più rilevante in un film sia la scrittura, la sceneggiatura. In realtà il testo è sempre l’elemento fondante di un lavoro cinematografico. Se a monte non c’è un copione forte e coerente, se da parole e azioni dei personaggi non trapelano emozioni coinvolgenti e se la storia non decolla, a poco serviranno star, budget milionari, effetti d’ultima generazione o marketing planetario. Tanti flop e Razzie Awards lo testimoniano da oltreoceano. L’Italia non è esente da questa esigenza, anche se la scrittura si confronta con un’industria molto diversa e la mediocrità “letteraria” di certi prodotti nostrani si riscontra nei più e meno sommessi malumori di tanti spettatori.
Capita che da alcuni autori americani arrivino esempi lampanti su come si scrive un film. Uno per niente a caso è Woody Allen. Gli anni passano, ma non per la sua penna. Il suo ultimo Café Society ci immerge in una storia d’amore, addii e ritorni. Siamo tra l’alta borghesia newyorkese e la Hollywood degli anni trenta. Jesse Eisenberg, nuovo attore feticcio del regista, incarna perfettamente l’attore alleniano non facendo sentire la mancanza in scena dell’originale. La scalata al successo del suo personaggio, Bobby, parte da Hollywood dove trova anche l’amore di Vonnie. L’ex di lei, la maturazione, il ritorno a New York dirigendo il lussuoso night club del fratello criminale e una nuova famiglia sono capitoli di una sceneggiatura dove anche ogni singola frase ha senso, forza e armonia con tutto il resto del film. Poi questo equilibrio solidissimo viaggia su alte vette se il tema dell’amore viene trattato con acume, sobrietà e ironia, senza mai cedere al ricatto di trucchetti tiralacrime.
“Quando ho scritto la sceneggiatura, l’ho strutturata come un romanzo”. Ha affermato Allen. “Come in un libro, in questo film ci si sofferma per un po’su una scena del protagonista con la sua ragazza, un po’ su una scena con i suoi genitori, seguito da una scena con la sorella o il fratello gangster, una scena con star di Hollywood e trafficanti, e quindi sui caffè frequentati da politici, debuttanti, playboy, e uomini che tradiscono le mogli o che sparano ai mariti. Io non la considero la storia di una sola persona, ma di tutti”. A parole sembra semplice come un decoupage, ma ascoltando e osservando bene ogni personaggio del film e ogni incastro della storia emergono più chiaramente razionalità nel testo e sobrietà nel sentimentalismo. Caratteristiche di una scrittura geniale comune a molti altri script dell’autore. Da poco il film è uscito in home video, ma gli extra concedono giusto un paio di minuti di red carpet con qualche dichiarazione dei protagonisti.

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