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M5S e giornalisti sgraditi, la lezione che il Pd non può dare

M5S e giornalisti sgraditi, la lezione che il Pd non può dare
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Pietà, cari dirigenti del Pd. Pietà, giornalisti amici del Pd. Non date lezioni sulla libertà di stampa. Ti alzi la mattina e ti ritrovi sui giornali le dichiarazioni di pezzi grossi del centrosinistra che fanno la morale sulla libera informazione al Movimento Cinque Stelle che fa i nomi dei cronisti “che ci diffamano”. E ti va storta la giornata. Non perché tu sia d’accordo con il M5S che sta prendendo una piega malinconica. Rabbiosa. Ingiusta, soprattutto nei confronti di ottimi giornalisti come Fiorenza Sarzanini o Emiliano Fittipaldi.

Però, cari amici del Pd, c’è un limite a tutto. Alla decenza, al rispetto di sé e degli altri. Al rispetto della verità, prima di tutto.

Lasciamo perdere le redazioni zeppe di giornalisti amici del centrosinistra a scapito di tanti cronisti liberi. E’ sotto gli occhi di tutti. Un giornalista non dovrebbe mai parlare di sé, ma certe cose le ho vissute sulla mia pelle. Le ho viste e sentite. Quindi posso parlarne con sicurezza.

Ho scritto tante inchieste sul cemento targato centrosinistra, in tutta Italia. Un giorno – prima di venire al Fatto – ricevetti la proposta di fare il vice-direttore in un grande giornale. Ma inspiegabilmente l’offerta svanì nel nulla. Che cosa è successo?, chiesi. La risposta fu: “Un pezzo molto grosso del centrosinistra ci ha contattati e ci ha detto che tu eri un mascalzone, un disonesto. Che sarebbe una follia offrirti quel posto”. Chissà se è per questo che l’offerta di lavoro fu ritirata.

Ricordo, prima di venire al Fatto, le telefonate imbarazzate di direttori e vicedirettori che mi dicevano di essere stati contattati da pezzi grossissimi del centrosinistra. E mi si chiedeva di smetterla di scrivere del cemento, “perché quella è gente che può crearti problemi“.

Ricordo, prima di venire al Fatto, quegli stessi giornalisti che oggi fanno la morale al M5S annunciarmi che un mio articolo sulle indagini del centrosinistra era improvvisamente saltato. Svanito. Ricordo inchieste sul centrosinistra sostituite alle dieci di sera con pagine di pubblicità.

Alcuni direttori, come Lanfranco Vaccari quando ero al Secolo XIX, resistevano alle pressioni e proteggevano noi giornalisti. Altri si piegavano.

Ma oggi non posso vedere quei giornalisti che eseguivano gli ordini dei politici di centrosinistra fare i paladini della libera informazione insidiata dal M5S. Vi prego, no. Pietà. Se non lo fate per voi stessi, fatelo almeno per evitarmi un’ulcera.

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