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Dieselgate, da Volkswagen altri 1,22 miliardi di dollari per risarcire i clienti Usa. E anche Bosch pagherà pegno

Il nuovo accordo riguarda le auto con motore diesel da 3 litri, mentre in precedenza il gruppo aveva patteggiato per chiudere le cause civili sui veicoli con motori da 2 litri di cilindrata. Dal canto suo il produttore tedesco delle centraline che permettevano di alterare i dati sulle emissioni pagherà 327,5 milioni di dollari
Dieselgate, da Volkswagen altri 1,22 miliardi di dollari per risarcire i clienti Usa. E anche Bosch pagherà pegno
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Mentre i clienti europei continuano a rimanere a bocca asciutta, Volkswagen si è accordata per versare altri 1,22 miliari di dollari ai clienti statunitensi. Il gruppo tedesco riparerà o ricomprerà  negli Usa quasi 80mila veicoli con motore diesel 3 litri, in modo da risolvere i reclami legati al Dieselgate. E’ quanto emerge dalle carte giudiziarie. Non solo: anche il fornitore tedesco Robert Bosch, che produce la maggior parte delle centraline finite al centro dello scandalo delle emissioni truccate, ha inoltre concordato il pagamento di 327,5 milioni di dollari ai proprietari statunitensi di vetture diesel della casa di Wolfsburg con i marchi Porsche, Volkswagen e Audi.

In precedenza Volkswagen aveva già annunciato accantonamenti per 18,2 miliardi di euro per coprire le spese correlate allo scandalo. Il patteggiamento raggiunto con la Federal Trade Commission porta dunque ad oltre 23 miliardi il totale dell’esborso negli Stati Uniti tra sanzioni, riacquisti e riparazioni. La nuova intesa con le autorità Usa arriva dopo il patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari concordato l’11 gennaio per chiudere le cause penali e quello da 17,5 miliardi sulle cause civili avviate sui circa 475mila veicoli con motore diesel da 2 litri di cilindrata. “Continueremo a lavorare per riguadagnare fiducia”, ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato di Volkswagen negli Usa, Hinrich Woebken, sottolineando che l’accordo significa che tutti i clienti con veicoli coinvolti negli Usa ora hanno “una soluzione a loro disposizione”.

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