Il mondo FQ

Tre band per raccontare il meglio del rock’n’roll italiano underground

Tre band per raccontare il meglio del rock’n’roll italiano underground
Icona dei commenti Commenti

Il rock’n’roll underground italiano più recente ci ha regalato tre album di grande impatto che meritano attenzione e che, per i cultori del genere, sarebbe una mancanza imperdonabile lasciarsi sfuggire. Si tratta di tre band, il cui minimo comune denominatore è un assetto strumentale minimale, ridotto all’osso (chitarra e batteria), un approccio ai limiti della bassa fedeltà e la propensione a un suono crudo, sporco e selvaggio: un ruvido garage rock, venato di blues e punk (nel caso dei Gentlemens e dei Barsexuals), di heavy rock, noise e stoner (nel caso dei Devils).

Inizierei dai Gentlemens, i più “tradizionalisti” del lotto. Provengono da Ancona e somigliano a una di quelle scalcinate e selvagge garage band che hanno reso grande l’underground americano degli anni 90: in primis gli Oblivians, ma anche la Jon Spencer Blues Explosion. Non solo loro, comunque. Nella loro musica affiorano anche echi di Elvis, Cramps, Rolling Stones e dei contemporanei Black Keys. Hanno alle spalle quattro album, di cui l’ultimo ‘Hobo Hi Fi’ è stato pubblicato dalla pisana Area Pirata, etichetta che ha contribuito a diffondere nella Penisola il rock’n’roll nelle sue declinazioni più lerce e deviate (garage, punk, surf, trash lo-fi, ecc.). A comporre la scaletta 13 brani grezzi e tirati, che coniugano un rock’n’roll primordiale, energico e frenetico. Il primo singolo tratto dall’album èHowling at the Moon.

[youtuber youtube=’





I Barsexuals sono un trio pugliese (di Lucera, nel Foggiano) che si colloca sulle stesse coordinate sonore dei Gentlemens, ma si caratterizza per un suono ancora più grezzo e corrosivo. Con l’etichetta salernitana Disco Futurissimo hanno pubblicato un album d’esordio cattivissimo e deflagrante. Si chiama Black Brown and White e stavolta le band di riferimento sono, oltre a quelle citate per i Gentlemens, anche i Birthday Party e i più recenti Pissed Jeans. Basta ascoltare Down South Boogie’ per apprezzare il loro scatenato garage-blues-punk, centrato sulla voce “scorticata” di Reverendo “Red” Valentine, su una potente sezione ritmica e su chitarre graffianti e distorte. (Foto in evidenza tratta dal profilo Facebook del gruppo).

[youtuber youtube=’





Chiudo infine con i dissacranti Devils, duo partenopeo che riporta in auge un certo immaginario da b-movies (con Gianni Vessella, chitarra e voce, vestito da prete ed Erica Toraldo, batteria e voce, vestita da suora) e si diverte a giocare col lato più trash e selvaggio del garage e del rock’n’roll. La loro etichetta è la svizzera Voodoo Rhythm di Reverend Beat-Man, con cui hanno pubblicato il loro esplosivo disco d’esordio: Sin, You Sinners!’, registrato con un maestro indiscusso del garage-punk mondiale, Jim Diamond dei Dirtbombs. Appena venti minuti, tra sferzate di deragliante punk-blues e distorsioni fuzz, che sono un concentrato di garage primordiale, psychobilly, noise, hard blues e stoner. Nulla di nuovo sotto il sole, ma che riascoltato per l’ennesima volta suona sempre maledettamente eccitante.

[youtuber youtube=’





Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione