Mentre in Europa è altissimo l’allarme dopo l’attacco al mercato di Berlino rivendicato da Isis, dall’Africa arriva la notizia della “caduta” dell’ultima roccaforte di Boko Haram in Nigeria. Il gruppo di fondamentalisti islamici – che almeno dal 2009 semina morte e violenza – avrebbe perso il suo quartiere generale nella foresta di Sambisa da sempre base del gruppo, nel nord-est del paese. Muhammadu Buhari, presidente della Nigeria, dice alla Bbc: “I terroristi sono in fuga e non hanno più un posto dove andare”. Le forze nigeriane sono state impegnate nelle ultime settimane in una massiccia offensiva contro il gruppo jihadista nella foresta nello Stato nordorientale di Borno che ha poi condotto i militari a conquistare il campo chiave appartenente al gruppo terroristico. “I soldati nigeriani  – annuncia Buhari – hanno raggiunto e distrutto il cosiddetto Camp Zero”.

Un duro colpo che segue l’uccisione del leader di Boko Haram, nell’agosto scorso, Abubakar Shekau, in un raid aereo lanciato proprio nella foresta di Sambisa, vicino al confine con il Camerun. Dove i fondamentalisti hanno cercato di espandersi con attacchi e stragi. Ad annunciare l’eliminazione del numero uno dell’organizzazione integralista islamica era stato l’esercito nigeriano con un messaggio scritto su Twitter

Dal 2009 si calcola che almeno 20mila persone siano state uccise dai fondamentalisti nella sola Nigeria, mentre non si contano le vittime di stupri, sequestri e violenze di ogni genere e i 2,5 milioni di sfollati. Tra le azioni dei terroristi di Boko Haram anche il rapimento nell’aprile del 2014 di oltre 200 studentesse per cui si mobilitò anche la first lady Usa Michelle Obama. In alcuni casi, invece, i jihadisti hanno costretto donne e bambine a diventare kamikaze e farsi esplodere nei mercati di diverse cittadine. L’ultimo attentato in ordine tempo risale a due settimane fa quando i morti furono 57 e i feriti 177 tra cui 120 bambini. Poco meno di un anno fa invece Boko Haram fece irruzione in un un villaggio a cinque chilometri di Maiduguri nel nord est del paese. I testimoni parlarono di decine di corpi bruciati e crivellati di proiettili per le strade di Dalori. Un uomo, che era riuscito a sfuggire nascondendosi su un albero, aveva raccontato di aver sentito le urla dei bambini tra le fiamme.

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