“Sul sindaco di Roma, Virginia Raggi, vedo un accanimento eccessivo da parte dei media e anche da parte della politica”. A dirlo non è il Movimento Cinque Stelle, ma l’Anci. Anzi, i sindaci del Partito democratico ai vertici dell’associazione dei Comuni: il presidente Antonio Decaro (primo cittadino di Bari) e il presidente del consiglio nazionale Enzo Bianco (che guida Catania). Secondo Decaro, intervistato da Radio Norba, l’accanimento della politica è “sia interno al suo partito sia esterno”. “Un sindaco – aggiunge Decaro – firma mille atti e si occupa di tutte le articolazioni della macchina comunale, ma mi sembra eccessivo scaricare su di lui tutte le responsabilità di quel che accade all’interno della macchina comunale”. Commentando i primi mesi di Raggi sindaco, Decaro – considerato un renziano, anche se vicino al presidente della Puglia Michele Emiliano – spiega: “Magari ci sono stati all’inizio dei problemi legati alla scelta dei collaboratori, degli assessori, ma accanirsi nei confronti di un sindaco per un bilancio che non ha avuto il parere da parte dei revisori dei conti o perché è stato arrestato un suo collaboratore e nel frattempo è stato utilizzato il fratello all’interno della macchina comunale mi sembra un po’ eccessivo”. “Se pure ci fosse un’indagine, come mi hanno spiegato gli inquirenti – ha aggiunto Decaro – sarebbe un prelievo di sangue su cui bisogna fare le analisi. Essere sottoposto ad indagini non significa essere colpevoli, dovremmo ristabilire l’ordine delle cose. Oggi l’indagato è considerato colpevole, mentre abbiamo visto che nella maggior parte dei casi c’è magari l’assoluzione”.

Ma la posizione del presidente dell’Anci non è isolata. Bianco, altro sindaco democratico sostenitore di Renzi, aggiunge che “su Raggi, su Sala o su me può esprimere il giudizio che ritiene opportuno, si può dire che è un bravo o un pessimo sindaco, ma di fronte a una semplice ipotesi di poter essere iscritti nel registro degli indagati” chiedere le dimissioni “è barbarie giuridica per una persona che non è della mia parte politica ma alla quale esprimo buon lavoro”. Va tenuto conto, a parte la solidarietà tra colleghi, che all’interno dell’Anci è in corso un tentativo energico per tenere unita l’associazione, visto che i sindaci grillini hanno più volte minacciato di andarsene se non ci fosse stato un cambio di passo sotto vari aspetti (tra tutti sulla trasparenza, sull’efficacia e sui costi).

Tra l’altro proprio ieri, in un’altra giornata difficile per la sindaca di Roma dopo la pronuncia dell’Anac sul caso dei fratelli Marra, il sindacato dei cronisti romani aveva presentato un esposto in Procura per le “reiterate violazioni delle leggi sulla trasparenza amministrativa e del diritto dei giornalisti all’accesso, alla conoscenza, alla vigilanza e al controllo delle attività del Campidoglio”. Tra i vari esempi sono state citate “la chiusura della sala stampa, il perdurare di un ingiustificabile silenzio sui principali avvenimenti da sottoporre, tramite i mass-media, alla verifica e al giudizio dell’opinione pubblica, le fasulle conferenze stampa senza possibilità di domande”. Un esposto che fa dire al capogruppo M5s in Campidoglio Paolo Ferrara che “quello che è successo in questi giorni grida vendetta. L’apertura in prima pagina, dei telegiornali in prima serata sul bilancio non era mai avvenuto in Italia. Era successo a Marino, ad altri, in altre città. L’accanimento mediatico sulla sindaca di Roma in questo momento grida vendetta e il mio è un grido di dolore verso il giornalismo”.

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